Incastrata in un interstizio tra le case di Culver City, a Los Angeles, la casa è caratterizzata dalla forma sfaccettata dei tetti.

FreelandBuck, studio d’architettura attivo a New York e Los Angeles, ha concepito la Second Home come l’interconnessione di tre volumi, sistemati in modo da usare nel modo migliore lo spazio di un lotto ristretto, proteggendo al centro la riservatezza di una piccola area aperta.

I tre blocchi sono ermeticamente rivestiti di lastre di calcestruzzo e offrono i loro lati più alti alla strada. Qui solo vetrate collocate in alto consentono l’ingresso della luce naturale nel piano superiore di ciascun volume, ma verso il patio centrale il tetto forma angoli discendenti, offrendo una sacca di spazio a un balcone collegato alla camera da letto principale.

Il piano terreno, protetto, di fronte alla corte gode di finestre da soffitto a pavimento, in parte ripiegabili per collegarsi a una cucina, a una zona pranzo e a un’area di soggiorno.

“La nuova struttura adotta le ripide linee spioventi del tetto della casa di fronte ma si trasforma all’interno in una corte privata centrale”, spiegano gli architetti David Freeland e Brennan Buck a proposito della forma del tetto.

Pietra calcarea grigia e pavimenti bianchi di pino maculato proseguono oltre la soglia, unificando visivamente gli spazi interni ed esterni.

Il più piccolo dei blocchi forma una spazio a doppia altezza nella zona di soggiorno, mentre il volume collegato ospita un’autorimessa a due posti al piano terreno e, sopra, la camera da letto principale.

Una scala, che va dal pino bianco maculato a una vivace tinteggiatura rosso arancio, ne riflette in basso la presenza dalla camera degli ospiti sull’insieme di cucina e zona pranzo, elemento singolo che spezza la durezza degli interni.