L’evento artistico è affiancato da una struttura burocratico-organizzativa che ne permette il funzionamento e la durata, diventando il motore dell’evento stesso. E questa struttura diventa impresa, un’azienda di natura commerciale in cui vigono le regole del profitto. Si rischia di perdere la dimensione locale, l’arte diventa catalizzatrice di capitali internazionali e il quartiere diviene funzionale all’accoglienza, non più luogo d’indagine e sviluppo sociale.
Abbiamo girato la domanda a Rural Studio incontrato alla 15. Biennale di Architettura di Venezia dove ha portato un approccio metodologico che riconsidera l’intero processo espositivo in modo quasi chirurgico, rimettendo al centro della ricerca il progetto e i suoi protagonisti: gli abitanti.
fino al 27 novembre 2016
Il Teatro dell'utile
15. Biennale di Architettura di Venezia
Progetto: Rural Studio
Architetto locale: Studio Architetture Precarie
Allestimento: Andrew Freear, Xavier Vendrell, Elena Barthel, Mary English – Rural Studio; Alessandro Zorzetto – Architetture Precarie; Pasquale Ambrogio, Niccolò Bocenti – Rebiennale