Nel 2000 lo storico dell’architettura Jan van Pelt fu chiamato a testimoniare in una causa di diffamazione per confutare l’affermazione di un revisionista, lo storico britannico negatore dell’Olocausto David Irving. Irving affermava che ad Auschwitz non erano mai esistite camere a gas e che quindi l’Olocausto non era accaduto. Grazie all’interpretazione dei disegni tecnici e dei resti architettonici di Auschwitz in una prospettiva d’indagine scientifica Jan van Pelt fu in grado di ristabilire la verità.
Dopo il cosiddetto “caso Irving” Jan van Pelt pubblicò The Case for Auschwitz (2002), libro in cui espone le convincenti prove contenute nelle originali relazioni dei periti e illustra il modo in cui queste prove furono esposte durante il processo.
Note:
1. Anne Bordeleau, “The Cast Court” in The Evidence Room, Toronto, New Jewish Press, 2016, p. 113.
2. Trad. it. di Albano Biondi e Aldo Serafin, contributi di Ernst H. Gombrich, L’arte della memoria, Torino, Einaudi, 2007.
fino al 27 novembre 2016
The Evidence Room
15. Biennale di Architettura di Venezia