La quiete del luogo è turbata dal ritmo regolare di gocce d’acqua che cadono, le quali divengono a loro volta origine – grazie a un collegamento a distanza – di una catena di effetti sonori e di video in tempo reale.
Da una sala all’altra, e a partire da un fatto anodino, l’installazione si costruisce sull’amplificazione permanente, svelata nella forma di sperimentazioni visive e acustiche d’eccezione.
L’uomo instaura così un dialogo inedito immergendosi totalmente all’interno dell’opera. “Nel nostro lavoro l’architettura spesso è invisibile, e le atmosfere vengono usate per farci uscire dal nostro sonnambulismo.” [1]
Una volta affrancato da questo viaggio nello ‘spazio-tempo’ e al calar della notte, il visitatore ritrova i suoi punti di riferimento al ricomparire del parco circostante, immerso in una luce verde fluorescente, diafana.
Nota:
1. Intervista di Edward Dimendberg con Elizabeth Diller et Ricardo Scofidio, New York, 21 settembre 2014.
fino al 22 febbraio 2015
Ballade pour une boîte de verre
Musings on a glass box
Diller Scofidio + Renfro
in collaborazione con David Lang e Jody Elff
Fondation Cartier pour l’Art Contemporain, Parigi