La qualità architettonica è oggi utilizzata come puro elemento formale – reiterabile e spesso reiterato in modo meccanico – quasi come fosse evidente che un singolo manufatto non può risolvere la complessità del grande processo urbano che coinvolge, sempre di più, l’interezza del nostro territorio. La storia dell’industrializzazione e quella del progetto s’intrecciano, lungo tutto l’ultimo secolo, in una trama complessa, in cui la fascinazione per il grande mito della fabbrica si riversa nell’emulazione che edifici destinati ad usi disparatissimi celebrano nel tentativo di ricordare, solo attraverso la forma, la loro appartenenza all’epoca modernista.
Lo scriveva, già nel 1981, Reyner Banham ne L’Atlantide di cemento, ponendo in evidenza come l’archeologia industriale del Nord America avesse avuto una grande influenza nella formazione dei caratteri tipo/morfologici di molte zone del paesaggio USA.
Ma le città italiane, seppur minori per dimensione e sviluppo, hanno avuto simili destini e portano, nella maglia ormai lisa delle loro periferie, le tracce evidenti di sistemi scalari anomali, laddove, fino a pochi anni fa, sorgevano industrie oggi dismesse se non addirittura demolite. Normale processo enzimatico si dirà. Eppure non è proprio così, visto che il tessuto connettivale delle città si compone anche dei vuoti e delle macchine celibi formate dalle tracce ormai sbiadite della gloria novecentesca della fabbrica. Genova, Torino, Milano, Venezia sono i nomi che evocano, nel nord Italia, tale destino.
Eppure, anche una città come Bologna, per chi abbia voglia d’osservare la storia recente, presenta una vicenda simile che, proprio in questi giorni viene celebrata dall’inaugurazione di un edificio che, ci auguriamo, avrà la forza di proporsi come catalizzatore di molte narrazioni locali e nazionali.
Il 4 ottobre è stato inaugurato, nell’area limitrofa alla periferia di via Emila Ponente, il MAST – Manifattura di Arte, Sperimentazione e Tecnologia, all’interno di un complesso di 25 mila metri quadrati progettato dallo studio romano LABICS, risultato vincitore di un concorso internazionale indetto per volontà della presidentessa di Coesia, Isabella Seragnoli. Il nuovo edificio si sviluppa adiacente alla storica fabbrica di G.D e alla sede centrale del Gruppo Coesia, azienda leader mondiale nel settore delle macchine automatiche avanzate e della meccanica di precisione.
MAST è un progetto voluto per integrare l’impresa – locale ma su scala globale – come sistema aperto all’interno del territorio facendone emergere la responsabilità sociale per la crescita della comunità di cui fa parte integrante. “Una responsabilità di sviluppo economico, ambientale e sociale, dichiara Isabella Seragnoli, che tiene conto dell'importanza di operare in un territorio vitale e innovativo dove i valori dell'imprenditorialità sono apprezzati e coltivati”. MAST è un grande investimento che, tramite l’omonima Fondazione non profit, vuole favorire lo sviluppo della creatività e dell’imprenditorialità tra le giovani generazioni, anche in collaborazione con altre istituzioni, al fine di sostenere la crescita economica e sociale.
Centrato su tecnologia, arte e innovazione. MAST è un centro polifunzionale a disposizione dei collaboratori di Coesia e della comunità e offrirà vari servizi che includono: uno spazio espositivo, un auditorium, un’accademia per l’innovazione e l’imprenditorialità, un nido per l’infanzia, un wellness center, un ristorante aziendale e una caffetteria aperta al pubblico.
La caffetteria, aperta al pubblico, è attrezzata con una cucina a vista con tecnologia avanzata e arredata per consentire sperimentazione e rappresentazioni di cultura gastronomica. Aperta 7 giorni su 7 sarà un polo di attrazione, soprattutto dalla primavera all'autunno con la grande terrazza affacciata sullo specchio d’acqua di fronte al MAST. Il centro wellness è strettamente collegato al ristorante aziendale, altro spazio spettacolare utilizzabile dal pubblico nel week-end e giorni festivi, con l'obiettivo di far incontrare l’attività fisica con lo sviluppo di stili di vita salutistici e sostenibili, attraverso tecnologie e attrezzature avanzate.
Mentre lo spazio espositivo, con accesso gratuito ai 2.000 mq, sarà dedicato all'esplorazione dei processi di innovazione tecnologica ed imprenditoriale. Grande rilevanza sarà data alle nuove tecnologie espositive, con dispositivi e strumenti interattivi, postazioni multimediali e installazioni di realtà aumentata. Il tutto per coinvolgere soprattutto i più giovani. In occasione dell’inaugurazione dell’edificio, sono stati presentati un’esposizione interattiva sul mondo dell'industria meccanica, un percorso di edu-tainment fortemente coinvolgente, dove è possibile costruire oggetti con pezzi meccanici, al fine di creare consapevolezza sulla natura fisica e corporea della tecnologia.