È indubbiamente raccomandabile stare ad ascoltare le interviste con architetti locali e urbanisti proiettate su alcuni schermi della mostra, il cui allestimento è stato progettato in tono di estremo purismo dallo studio Six & Petritsch. Si tratta di una panoramica sul secondo Modernismo, dopo la Seconda guerra mondiale e dietro la Cortina di ferro, dal 1955 al 1991. È esposta una selezione dei migliori edifici di quattordici Paesi (tutte repubbliche dell'ex URSS, esclusa la Russia). Un pannello per ogni Paese. La Russia è stata esclusa con un criterio pienamente intenzionale: sarebbe semplicemente stata fuori tema. In questo modo è più facile concentrarsi sulle altre quattordici repubbliche. Ciascuna di esse sviluppò la propria strategia specifica nei rapporti con il Gosstroj, la massima autorità in materia di edilizia. E in ogni modo architetti e istituti di progettazione riuscirono a dar vita a forme proprie di "Modernismo sovietico".
Frank Lloyd Wright, Le Corbusier, Oscar Niemeyer, Kenzo Tange e Alvar Aalto furono riferimenti importanti per l'architettura modernista sovietica.