Occorre riflettere con un minimo di silenzio intorno a nomi che negli ultimi anni sono stati al centro di ricerche e collezioni, discorsi e rivendicazioni come se l'universo da cui attingere per esorcizzare i fantasmi dell'individualismo, del liberismo, della finanza e, infine, della crisi globale potesse essere proprio e solo quello disegnato tra anni Sessanta e Settanta dalle menti rigogliose di Archizoom, Superstudio, UFO, Gianni Pettena, Ugo La Pietra, Pietro Derossi, Strum, 9999, Zziggurat e compagni. La mostra è infatti l'ultimo tassello di un ricco mosaico che ha visto Emanuele Piccardo impegnato, ormai da diversi anni, nella ricognizione certosina di questo vasto e denso mondo di relazioni e azioni politiche, progetti e oggetti, performance ed esibizioni.
L'evento si pone l'obiettivo di riscrivere una pagina importante dell'architettura italiana che ha influenzato le generazioni future di progettisti, da Zaha Hadid a Bernard Tschumi, da Rem Koolhaas a Winy Maas.
Elisa Poli è co-fondatrice insieme a Giovanni Avosani del gruppo di ricerca Cluster Theory