All'ingresso di Alto Comedero troviamo un cartello con scritto 'Bienvenida al Cantri'. Quel 'Cantri' non è altro che una traslitterazione approssimativa di 'country', il che non rende l'ironia meno pungente: 'Benvenuti al Country Club'. Entrando in automobile incontriamo una grande piscina, un parco giochi stile Jurassic Park e una replica del tempio inca di Tiwanaku, stravaganti amenità annidate tra una fila e l'altra di villette a un piano, quasi una fetta della Liverpool operaia. La differenza è che qui, nel nordovest dell'Argentina, quelli che somigliano a comignoli sono cisterne per la raccolta dell'acqua piovana con stampato il volto di Che Guevara. Non si tratta perciò di un country club, ma di un insediamento di edilizia popolare. Case popolari come non ne avete mai viste.
Alto Comedero è la più grande delle comunità costruite da un gruppo di attivisti in campo sociale riuniti sotto il nome Tupac Amaru. Insediato nella città di San Salvador de Jujuy, dove l'Argentina lambisce i confini della Bolivia, Tupac Amaru sostiene di rappresentare i diritti della frangia più povera della popolazione, a cui offre abitazioni, scuole, servizi sanitari e qualsiasi altra cosa di cui ci sia bisogno, si tratti di un pasto caldo o un paio di scarpe. Insieme alle sue case popolari, il gruppo gestisce le proprie fabbriche, le proprie scuole e i propri ospedali con un livello di autosufficienza che ha portato qualcuno a concludere che esso rappresenti a tutti gli effetti uno stato nello stato. Tupac Amaru conta, in effetti, più di 70.000 membri, (o seguaci, a seconda di come li si voglia definire), per la maggior parte indios Kolla del luogo. Movimento rivoluzionario mosso da ideali di matrice socialista, è conosciuto per il radicalismo dei suoi portavoce e per l'efficacia delle sue azioni dirette: quando decide di dimostrare può paralizzare le strade di Jujuy, il che gli ha ovviamente attirato l'avversione della borghesia locale.
Non è facile capire il particolare tipo di urbanistica che mescola l’exurbia con l’idea di parco a tema alla Disney e il socialismo radicale