"Il brief sembrava abbastanza generico e apparentemente lontano dalla politica", dichiara Nikolaus Hirsch. "E tuttavia la politica e le sue ripercussioni sulla produzione dello spazio erano presenti sotto tre aspetti: il fenomeno della globalizzazione in architettura, la crisi nazionale e internazionale del mercato immobiliare e la guerra del 2008 tra Georgia e Russia."

Dietro le qualità estetiche del miraggio rappresentato da centinaia di cubi di Rubik in vetro c'è una raffinata macchina ingegneristica. Una doppia facciata racchiude un sistema di finestre a scatola di varia profondità, che proteggono dal sole, mentre tra i serramenti interni e quelli esterni sono installati dei condizionatori. Il sistema offre un efficace isolamento dal rumore e permette di controllare separatamente la temperatura interna delle singole stanze. L'edificio ha tre nuclei e una serie di pozzi di luce sulla facciata per consentire alla luce naturale di penetrare fin nel cuore dell'edificio.

Questi scenari futuri del progetto non prevedevano di dover fare i conti con il drastico cambiamento della situazione politica georgiana del 2008. In un'intervista rilasciata a Marcus Miessen, Hirsch descrive l'atmosfera in cui l'edificio è cresciuto: "Il 2008 ha cambiato tutto. È stata un'accoppiata unica: non solo la crisi dei mutui all'inizio dell'estate, che ha portato sull'orlo del collasso l'economia mondiale, ma anche la catastrofe della guerra russo-georgiana dell'agosto 2008. L'esercito russo è arrivato a 30 chilometri dal nostro cantiere di Tbilisi. Operai e i capimastri sono fuggiti in Turchia e in Armenia. Dopo tre settimane la costruzione è ripresa, ma a ritmo rallentato."
"Il contesto politico ed economica del progetto era cambiato. La Georgia si era trasformata da Stato democratico modello in uno Stato a rischio. I potenziali clienti stranieri erano spariti. L'edificio, con la struttura principale, la facciata e gli impianti, era terminato: mancavano solo le partizioni interne. La suddivisione dell'edificio per uffici divenne un processo lungo, un processo che in realtà non terminerà mai, perché la destinazione della struttura cambierà di continuo." Beatrice Galilee



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