Su Pesaro il concorso viene vinto dallo studio 2Tr Architettura con NOOS Architetti. Il progetto si basa su alcune proposte semplici ma con un forte potenziale innovativo (ed ecologico): l'utilizzo del legno come materiale costruttivo principale (per un edificio di 20 appartamenti distribuiti su 5 piani); l'utilizzo di acqua di falda, per gli impianti di riscaldamento, e di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica, come fonti di energie locali e rinnovabili; l'articolazione dei singoli alloggi intorno ad un grande vuoto centrale o meglio ad un sistema di spazi comuni, generati dalle funzioni distributive ma arricchiti da un evidente plusvalore spaziale (per dimensioni, luminosità, affacci) che ne fa dei potenziali spazi di cohousing. Ovvero, luoghi di incontro, di gioco, di socializzazione dell'abitare.
Infatti, a partire dalla scelta del materiale e proseguendo con le proposte relative all'impianto di riscaldamento, al sistema dei camini e della serra e, ancora, della articolazione degli spazi comuni, ogni punto del progetto è stato progressivamente messo in discussione, per semplice pregiudizio (e consuetudine a costruire in un certo modo) o per difficoltà normative (regolamenti edilizi locali, normativa antisismica, normativa per edilizia popolare). È così che dal legno si è passati al cemento, mentre l'acqua di falda è stata abbandonata (semplicemente perché l'autorità di bacino che avrebbe dovuto autorizzarne l'uso non lo aveva mai fatto), i camini sono stati spianati, la serra è diventata un ingresso vetrato, mentre per quanto riguarda gli spazi di socializzazione ai piani (invece della solita sala condominiale) questi verranno realizzati se pur considerati una follia perché "chi vorrebbe avere dei bambini che giocano accanto all'appartamento?".