Ogni abitazione ha muri opachi, con poche aperture verso Nordest – il vento viene sempre da lì – mentre si apre completamente verso Sud, verso il golfo. Ogni abitazione vive questa doppia esistenza, protettiva verso il monte e priva di barriere verso l'orizzonte; le vetrate continue verso sud ovest proiettano gli abitanti nel mezzo del mare. Le case californiane di Craig Ellwood, Pierre Koenig, Richard Neutra, Rudolph Schindler sono simili, hanno la sorprendente capacità di esserci quando cala il sole e di scomparire durante il giorno. Sottolfaro, vista dal giardino, dal basso, ha una volumetria dinamica, sfuggente. Le terrazze e i frangisole metallici sezionano il volume della casa, caratterizzando la configurazione d'ogni entità abitativa. Vi è un uso generoso e molto accurato del vetro, del metallo e soprattutto del cemento che diviene il legame più forte con la tradizione costruttiva triestina della pietra, essenziale e dura, un'architettura di spazi e poche decorazioni. Il cemento chiaro di Lorenz ricorda le superfici di pietra calcarea, è sicuramente più liscio ma riflette o assorbe la luce e il calore in maniera similare. Sottolfaro è una realizzazione importante per Trieste, è un'architettura che arricchisce, con un linguaggio contemporaneo, una cultura edilizia tradizionale che a sua tempo era stata innovativa, una tradizione che coniugava determinazione pianificatoria e velocità edificatoria – il porto e i borghi mercantili – con una qualità architettonica e strutturale sobria e rigorosa. Una città che seppe modificare una topografia non facile trasformandola in una risorsa, creando dal nulla una realtà mercantile dinamica e un ambiente urbano contemporaneo. [Testo di Elena Carlini tratto da "re_action", ed. Libria, 2005]
Sottolfaro, casa plurifamiliare, Trieste
Architect: peterlorenzateliers
Design Team: Wolfgang Rzehak, Giulia Decorti, Karin Leitner, Martin Painer
Committente: Sottolfaro S.r.l.
Progettazione – realizzazione: 2001 – 2004
Superficie: 611,77 m2