Isozaki, dal canto suo, non sembra disposto a rimettere mano al progetto: una loggia con struttura in acciaio e vetro rivestita in pietra serena (che Sgarbi ha paragonato a “una grande rete di materasso”), per la quale sono stati stanziati 13 miliardi e mezzo (di vecchie lire): divisi tra Comune e Ministero. O, almeno, non al punto da stravolgerlo. “Ci siamo sentiti più volte con il sovrintendente speciale per il polo museale fiorentino, Antonio Paolucci, e con il Comune di Firenze e la decisione è stata di andare avanti con il progetto originario, del quale sono entusiasti”, ha affermato l’architetto giapponese, impegnato anche nella risistemazione della storica piazza Castellani davanti agli Uffizi.
Intanto, a fare da “paciere”, arriva l’intervento del ministro per i Beni e le attività culturali Giuliano Urbani che conferma la promessa, fatta durante la sua ultima visita a Firenze a fine febbraio, di sbloccare a breve la situazione. Il risultato? Mentre l’inaugurazione, prevista per il 2003, si fa sempre più lontana, Isozaki, vincitore di un regolare concorso nel 1998 potrebbe addirittura chiedere i danni e aprire un contenzioso internazionale, rispetto al quale il Comune, d’accordo a iniziare i lavori, si chiama fuori.
Non è la prima volta che Sgarbi entra in “rotta di collisione” con i progettisti contemporanei chiamati a confrontarsi con il patrimonio storico nazionale. Il sottosegretario ai Beni culturali si è schierato contro il progetto di Richard Meier per l’Ara Pacis a Roma, contro la ristrutturazione dell’Orto dell’Abbondanza di Urbino ad opera di Giancarlo de Carlo e contro il progetto di sistemazione del Mausoleo di Teodorico a Ravenna firmato da Boris Podrecca.