Oltre 200 lavori da 52 Paesi indagano i grandi temi del vivere attraverso i linguaggi dell’architettura
Una mostra, ma anche una piattaforma di sperimentazione e scambio multidisciplinare che affronta i temi fondamentali di tempo, spazio ed esistenza, declinandoli nei multiformi linguaggi dell’architettura. È “Time Space Existence” la grande esposizione biennale organizzata a Venezia dall’European Cultural Centre con l’obiettivo d’immaginare il futuro delle società umane stimolando il dialogo tra architetti, designer, artisti, fotografi, developer e industria ad alto tasso d’innovazione tecnologica.
Inaugurata lo scorso 20 maggio e destinata a concludersi il prossimo 26 novembre, la sesta edizione di “Time Space Existence” ospita – nelle tre sedi di Palazzo Mora, Palazzo Bembo e Giardini della Marinaressa – 217 progetti in rappresentanza di 52 Paesi.
Sostenibilità, clima, giustizia sociale
Temi portanti di quest’anno, la sostenibilità in tutte le sue forme, da quella ambientale legata ad emissioni, inquinamento e consumi, a quella sociale, da coltivare con politiche inclusive e partecipative per le comunità; la risposta al cambiamento climatico, con progetti che indagano le nuove tecnologie mirate alla riduzione dei consumi energetici e alla progettazione circolare con materiali naturali e riciclati; e, ancora, la giustizia sociale, con soluzioni abitative pensate per le comunità sfollate e le minoranze, ma anche riflessioni sul rapporto tra ambiente costruito e natura.
Nata nel 2012 come evento collaterale della Biennale Architettura e divenuta poi rassegna indipendente, “Time Space Existence” accoglie in ogni edizione circa 600mila visitatori nelle tre sedi espositive. Tre gioielli del patrimonio storico veneziano che ECC ha restaurato a proprie spese nel corso degli anni restituendoli alla collettività e alla vita culturale cittadina. Anche quest’anno, i lavori selezionati esprimono una narrazione articolata ed eterogenea delle tendenze dell’architettura tramite un corpus diversificato per linguaggi e ambiti, ma univoco nell’intento non tanto di trovare risposte o formule salvifiche quanto, piuttosto, di sensibilizzare il pubblico sulle questioni fondamentali dell’architettura contemporanea.
Un grande racconto in quattro capitoli
Quattro i principali fili conduttori della rassegna di quest’anno: l’incontro tra tecnologie all’avanguardia come la robotica con materiali naturali e saperi antichi; la sfida globale rappresentata dalla necessità di fornire a ogni latitudine e a ogni modello di società un numero sufficiente di alloggi accessibili e di buona qualità, soprattutto ai poveri; le migrazioni di massa e i temi collegati del cambiamento climatico, dell’accesso all’acqua e della gentrificazione causata dagli eventi meteo estremi; il rapporto tra l’architettura e un luogo unico per bellezza e fragilità come Venezia.
Come da tradizione, infine, “Time Space Existence” ospita anche quest’anno diversi artisti che contribuiscono con le loro interpretazioni inattese e le suggestioni spesso utopiche, ad allargare l’indagine oltre i confini della sola architettura.
Foto in apertura: a Palazzo Bembo, l'esposizione curata da Gerber Architekten che indaga il rapporto tra ambiente naturale e costruito
(© Fedrico Vespignani)