Il Memoriale del Muro sulla Bernauer Strasse è stato trasformato in un’esposizione di 1,4 km all’aria aperta. In mostra, volti e foto di fughe straordinarie, tra i segni ancora visibili delle fortificazioni, che portano i propri passi alla Chiesa della Riconciliazione oggi riedificata. Il cronologico ritmo degli anni è scandito sulle fiancate degli edifici che fronteggiavano il Muro, ora ricostruito in questo tratto da una serie di aste metalliche che si lasciano attraversare agevolmente, rievocando il confine ma con la fondamentale possibilità di varcarlo.
Porta di Brandeburgo. È il centro degli eventi pubblici, dove la rappresentanza è massima e non si lascia avvicinare facilmente, dove il traffico è bloccato da molto prima che l’evento abbia avuto inizio, dove i simboli della rivoluzione sono ostentati, dove la musica continua di sera e il primo palloncino del 9 novembre 2014 è volato in cielo.
Potsdamer Platz. Qui si trovano i luoghi delle storie, che appartengono a una città ormai differente e con un palinsesto urbano molto complesso, una pavimentazione diversa che dichiara il vecchio tracciato fortificato. Potsdamer è una piazza cava al cui interno viaggia la metropolitana, sopra la quale i grattacieli – fino a poco fa inesistenti – oggi sembrano dettare le regole del vivere, del costruire e del concepire la forma della nuova città.
Checkpoint Charlie. Sono due i volti che ricordano le precise regole dei settori, occidentali e sovietici. Una cabina con i passaggi a livello quantifica il peso di un muro, nei suoi significati e nelle sue amare conseguenze, quando questo non lasciava via d’uscita né d’entrata.