Visto che questa non è una mostra specifica sul designer, è in modo disinvolto e anticonvenzionale che il percorso espositivo si apre con una selezione delle sue lampade: la Esagonale, la cubica Bali e la tubolare Falkland, che accolgono il pubblico nella hall e lo accompagnano punteggiando il percorso espositivo, con i suoi mobile, le sculture da viaggio e un ricco apporto di materiale iconografico e filmico. Sembra di rivivere l'aneddoto da maestro zen di Munari che alla ricerca di una fabbrica di calze di nylon a cui chiedere se fosse possibile produrre lampade alla risposta no aggiunse lo farete sicuramente in futuro! Ed è in questa semplicità del fare che si preconizza e snoda una linea precisa, dai risultati davvero sorprendenti.
Un prodotto eterogeneo ad alta valenza pedagogica, una mostra di ricerca che mescola artisti di generazioni diverse raccolte dai giovani curatori Elodie Royer e Yoann Gourmel sotto un titolo, seriamente evocativo Il sentimento delle cose. Un misurato accrochage dai toni minimal, costellato dai piccoli gioielli di Munari, ma anche percorso da punte alte di scoperta e riscoperta di tanti altri artisti.
L'efficacia della dimensione creativa di Munari e la sua costante ricerca di un'economia di mezzi, tolgono a questa mostra ogni possibilità di logica comparativa
Le sentiment des choses le Plateau
place Hannah Arendt, Paris