Italo Lupi e Domus, in 15 copertine

Negli anni tra il 1986 e il 1991, Lupi è direttore artistico della rivista e crea un panorama estetico capace di combinare rigore, chiarezza, ironia e un linguaggio visuale allo stesso tempo critico e amico della sua epoca.

Domus 670, marzo 1986

Domus 674, luglio 1986

Domus 679, gennaio 1987

Domus 682, aprile 1987

Domus 687, ottobre 1987

Domus 701, gennaio 1989

Domus 702, febbraio 1989

Domus 704, aprile 1989

Domus 707, luglio 1989

Domus 709, ottobre 1989

Domus 713, febbraio 1990

Domus 717, giugno 1990

Domus 729, luglio 1991

Domus 731, novembre 1991

Domus 733, dicembre 1991

Domus 1063, dicembre 2021

Graphic designer per vocazione, si può dire che Italo Lupi sia invece stato Art Director per sua stessa natura. La sua vicenda si lega al nome di un’altra importante rivista, Abitare, ma la metà degli anni ‘80 vede realizzarsi l’occasione per un’altra esperienza destinata a lasciare il segno. Mario Bellini, assieme al quale Lupi era entrato in ufficio sviluppo alla RInascente 20 anni prima, assume la direzione di Domus, e per sei anni Lupi ne diventa direttore artistico. È la fase avanzata di un’era postmoderna dove il linguaggio visuale della Domus precedente – diretta da Alessandro Mendini – aveva rinnovato uno spirito di decostruzione dei preconcetti, di apertura all’immaginazione e all’estetica che già era stato Gio Ponti: Lupi percorre queste nuove vie aperte e opera il miracolo, di trovare il common ground tra una linea editoriale che rimette al centro il progetto, lo spirito postmoderno del ridisegno e della citazione, e il rigore di una chiarezza comunicativa che potrebbe quasi far gridare alla Bauhaus

Le copertine della sua Domus lavorano per color block primari capaci di creare il lettering del Musée d’Orsay come la letterale restituzione del caffé De Unie di Oud; ritraggono Mies e Le Corbusier in versione “aumentata” del loro carattere; combinano media differenti come si combinano masse e campi di colore, o ancora associano a progetti debuttanti come quelli firmati Mecanoo estetiche astratte di sapore costruttivista. Appoggiandosi al lavoro di altri artisti come Christo e Jeanne-Claude, utilizzando dettagli architettonici – le facciate di Renzo Piano – come layout di impaginazione o generando interi mondi grafici dal foglio bianco, le copertine della Domus di Italo Lupi non solo raccontano un’epoca, ma dischiudono l’atto fondativo di un’estetica destinata ad un lungo successo.

Domus 670, marzo 1986

Domus 674, luglio 1986

Domus 679, gennaio 1987

Domus 682, aprile 1987

Domus 687, ottobre 1987

Domus 701, gennaio 1989

Domus 702, febbraio 1989

Domus 704, aprile 1989

Domus 707, luglio 1989

Domus 709, ottobre 1989

Domus 713, febbraio 1990

Domus 717, giugno 1990

Domus 729, luglio 1991

Domus 731, novembre 1991

Domus 733, dicembre 1991

Domus 1063, dicembre 2021