Quando a settembre Nike ha lanciato Forward, i dogmi del design applicato all’industria tessile sono stati sovvertiti. Uno dei motivi risiede nel fatto che Forward è stato presentato come una piattaforma più che come un semplice tessuto. Un’intera filosofia per il futuro dello sportswear e del fashion design, si potrebbe addirittura sostenere.
Salvare il futuro, un hack alla volta
Nike Forward è la nuova tecnologia manifatturiera messa a punto da Nike dove il design incontra la scienza. Ecco come questa piattaforma eco-friendly potrebbe cambiare il futuro dell’industria.
Erano stati due cardini di Forward ad attirare in particolare l’attenzione di Domus: la drastica riduzione delle emissioni di CO2 e l’innovativo processo produttivo ottenuto, per usare le parole di Nike, “hackerando la macchina”, ovvero la tradizionale macchina da cucire.
Un traguardo che ha richiesto tempo. Per l’esattezza cinque anni di studio, sviluppo, tentativi, fallimenti ed infine il successo. Il tutto supportato da dati e ricerca scientifica nel Nike Sports Research Lab presso i Nike World Headquarters e mossi da uno scopo ultimo: migliorare le condizioni di allenamento degli atleti. O, come ama definirli Nike, gli “atleti*” con un asterisco ad abbracciare trasversalmente tutti gli sportivi, dagli amatori entusiasti alle medaglie d’oro olimpiche.
“Bisogna sempre ascoltare la voce dell’atleta”, amava dire Bill Bowerman, co-fondatore del marchio di Beaverton. A cinquant’anni di distanza il suo mantra è tuttora la forza motrice dietro la cultura dell’innovazione in casa Nike.
“Gli atleti ci hanno spiegato come il cambiamento climatico stia incidendo in negativo sulla loro capacità di performare al meglio. In qualità di partner nella loro ricerca di grandi traguardi [sportivi], crediamo che sia nostra responsabilità aiutarli a creare prodotti e piattaforme capaci di soddisfare i loro bisogni e limitarne le distrazioni,” spiega Nike.
Il design al servizio dell’innovazione
Questo approccio è un faro che guida il futuro del brand, che ambisce a stimolare un cambiamento nell’intero settore attraverso un uso innovativo del design.
Secondo Nike, in linea con la tradizione di sostenibilità di Nike, le soluzioni in materia di progettazione servono a introdurre un nuovo e ricercato ethos, capace di celebrare un’estetica grezza fatta di materiali riciclati, i quali possono così contribuire a rendere i capi d’abbigliamento più semplici da scomporre e riutilizzare al termine della loro vita.
È per questo motivo che i prodotti targati Nike Forward rappresentano anche una rivoluzione nell’ambito del design, essendo stati concepiti con il minor numero possibile di cerniere e cuciture per contribuire alla loro rigenerazione.
Traguardo zero emissioni
Il design si fa anche cardine di Move to Zero, ambiziosa iniziativa con cui Nike punta a ridurre a zero le emissioni di CO2 nel suo ciclo produttivo, con lo scopo ultimo di proteggere il futuro dello sport.
“Considerate le nostre dimensioni abbiamo la responsabilità di fare tutto ciò che possiamo per combattere il cambiamento climatico. Per accelerarne la riuscita stiamo attuando programmi di energia rinnovabile e di risparmio energetico, utilizzando la nostra influenza per identificare e sfondare certe barriere, per guidare l’intera industria e ispirare un cambiamento sia culturale che comportamentale. In Nike vediamo la circolarità come un accelerante creativo, non come un compromesso”, ci spiegano.
Nike Forward vuole, dunque, farsi soprattutto carico di una missione etica. La nuova piattaforma è intesa dall’azienda statunitense come un’opportunità “per resettare le logiche di pensiero intorno ai materiali e all’abbigliamento”.
Dopotutto, se la sfida è insita nella quotidianità degli atleti, quale più grande sfida oggi del cambiamento climatico.
Introdotto a partire dall’iconica felpa grigia, nella versione con cappuccio e girocollo, una collezione che si amplia con l'introduzione di una giacca e dei pantaloni, Forward offre prodotti con una riduzione dell’impronta ecologica pari in media al 75% rispetto ai capi tradizionali dello Swoosh.
Tra gli obiettivi, già lanciati a partire dal 2015, c’è anche quello di ridurre del 65% entro il 2030 le emissioni “scope 1” (dirette) e “2” (indirette) di gas serra secondo il protocollo GHG. Le scope 3 (indirette) del 30% nello stesso arco temporale.
Hackerare la macchina
Ancora più affascinante il binomio progettazione e scienza inseguito dall’azienda di Beaverton. Un legame, strettissimo, che potrebbe non apparire così ovvio al consumatore, ma che in realtà mette in luce come anche dei beni di consumo dallo spiccato appeal estetico affondino le loro radici nella ricerca e nello sviluppo scientifico.
Fondamentale al raggiungimento degli obiettivi sopracitati è, infatti, un nuovo processo manifatturiero perfezionato da Nike, ancora una volta guidato da una forma mentis attenta all'ambiente.
“In sostanza, abbiamo ripensato la tecnologia tessile sperimentando con la tipologia degli aghi, la loro spaziatura, la velocità e come si comportano in relazione alle fibre utilizzate per produrre i tessuti.” Questa azione ha portato a una sostanziale riduzione della quantità di energia impiegata per realizzare il prodotto finale, perché si saltano diverse fasi, tra cui la filatura, il taglio e la cucitura. La fibra viene infatti trasformata in tessuto tramite una lavorazione ad agugliatura (“needle-punch” in inglese) in passato mai impiegata nell’ambito dello sportswear.
Questo rappresenta un’altra prova – se ce n’era bisogno – dell’approccio di Nike, di spingersi al di là della confort zone in laboratorio come fa in pista. Il che ha significato prendere in prestito elementi provenienti da industrie non necessariamente legate all’abbigliamento, “hackerando la macchina” al servizio degli obiettivi di Nike.
“Questo metodo manifatturiero fa sì che si sovrappongano più strati sottili che vengono poi meccanicamente imbrigliati insieme al fine di creare un tessuto finale. Stiamo iniziando con un composto di più strati sottili, ma ci sono possibilità potenzialmente infinite di modificare questa impostazione. Il processo è molto flessibile e può includere scarti industriali, nonché scarti pre e post consumo.
“L’arte, la scienza e un pizzico della magia di Nike si sono incontrati per rendere possibile la prima generazione di Nike Forward,” racconta con entusiasmo Nike.
La nascita di un nuovo standard
Le infinite possibilità di cui parla Nike sono parte dell’ethos stesso di Forward. E il fatto che la piattaforma sia stata presentata come applicazione per determinati capi di vestirario non implica che il suo sviluppo sia già concluso. Anzi.
“Senza dubbio vediamo Forward come una piattaforma di innovazione dal potenziale illimitato: oggi è una felpa, domani potrebbe essere qualsiasi cosa. Il metodo produttivo consente di soddisfare tutti i bisogni degli atleti, può essere adattato a molteplici scopi performativi e di lifestyle.”
In Nike c'è dunque la certezza che Forward possa rappresentare per l’abbigliamento ciò che Flyknit ha rappresentato per le scarpe: all’inizio una rivoluzione, ma ben presto lo standard del settore, uno status quo della moda.
“Continueremo ad ascoltare la voce degli atleti,” assicurano dai quartieri generali dello Swoosh, dove Flyknit è oggi visto come una mappa da seguire per il percorso di innovazione intrapreso da Nike Forward. Il futuro appare luminoso sul cielo di Beaverton.