Nell'anno del suo cinquantesimo anniversario, Nike lancia Forward, una piattaforma che introduce un approccio rivoluzionario nella manifattura dei tessuti, con la riduzione del 75% dell’impronta carbonica del ciclo produttivo. Forward è il frutto di cinque anni di ricerche mirate, e insieme della lunga storia di sostenibilità di casa Nike: era la fine degli anni Novanta, quando il brand dello Swoosh si è posto l'ambiziosa missione di eliminare gli sprechi nella progettazione dei suoi prodotti entro il 2020, un obbiettivo a cui – se si considera il parziale stop causato dalla pandemia – ci si sta avvicinando rapidamente, specialmente alla luce delle ultime uscite, tra le quali ricordiamo le rivoluzionarie Nike Air Zoom Alphafly Next Nature, Space Hippie e Ispa Link.
Nike, una storia di innovazione sostenibile
Nel corso dei suoi 50 anni, la cultura dell'innovazione dello Swoosh si è sviluppata in armonia con una forma mentis dedicata a combattere il cambiamento climatico.
Be considered
I sorprendenti risultati nella storia recente dello Swoosh sono, in realtà, il frutto di un percorso incominciato già nei primi anni Ottanta con Nike Hiking, ACG e Trail. Queste linee hanno rappresentato un fondamentale apripista concettuale e tecnologico per la filosofia eco-friendly che si sarebbe successivamente affermata in Nike.
Nel 2005 arriva Considered, che nasce con lo scopo di stimolare i designer a progettare sneakers utilizzando materiali riciclati e con la minor quantità possibile di adesivi e solventi nocivi. Tra i suoi primissimi design figurava la Considered Boot, calzatura dalla tomaia intrecciata e dall'aspetto organico, la cui influenza concettuale può oggi essere rintracciata nell'approccio di Nike al progettare con gli scarti.
Fallire per riuscire. L'evoluzione di Air.
Gli iconici cuscinetti introdotti nel 1978 che caratterizzano le suole Nike Air – originariamente gonfiati utilizzando il Freon 116, oggi fuori produzione, e successivamente con esafluoruro di zolfo (SF6), un gas serra poi eliminato a cause delle proprietà nocive – hanno a lungo rappresentato un ostacolo produttivo che Nike ha superato grazie a un vero e proprio approccio scientifico alla disciplina del design.
Nel 2006 l'Air Max 360 è stato il primo modello a presentare dei cuscinetti interamente gonfiati utilizzando l’azoto insieme a una nuova tecnologia di incapsulamento (termoformatura), un traguardo per la sostenibilità che ha anche innescato un più ampio miglioramento della scarpa, che ha guadagnato in responsività.
La linea Air, inoltre, ha ospitato alcuni dei primi e più ecologici design del marchio. Quasi il 90% dei materiali usati per modelli Air possono infatti trovare una seconda vita, andando a contribuire a nuove capsule d'aria interamente prodotte partendo da sneakers riciclate. Le Air Jordan XX3 (2008) sono le ultime calzature di Michael Jordan da giocatore NBA, e sono soprattutto le prime del franchise Air a essere prodotte rispettando tutti i requisiti di Considered.
Tessendo in modo sostenibile
Un prototipo delle Nike Flyknit Racer indossate dal maratoneta somalo-americano Abdi Abdirahman alle Olimpiadi del 2012 sia oggi parte della collezione del Victoria & Albert Museum di Londra.
La calzatura presentata proprio ai giochi olimpici londinesi ha infatti rappresentato una rivoluzione dell’industria del footwear grazie all’introduzione di Flyknit. La tecnologia è il risultato di un lungo percorso di ricerca su tessuti alternativi per la realizzazione di tomaie intrapresa già a partire dal 2001, e che negli anni ha abbracciato la filosofia Considered e Move to Zero del brand. Ne è conseguita una calzatura senza precedenti, con una tomaia progettata digitalmente ottenuta intrecciando filamenti di poliestere riciclato e “hackerando le tradizionali macchine da maglieria” – un approccio recentemente adottato anche per Nike Forward, un'altra innovazione che promette di sovvertire le regole dell'industria tessile.
Progettare il futuro
La nuova frontiera della lotta di Nike contro il cambiamento climatico ha recentemente trovato forma in progetti tanto futuristici nel loro aspetto quanto radicali nella loro forza rivoluzionaria. Space Hippie prima, Ispa e Forward ora, sono solo alcune delle straordinarie piattaforme che incarnano il manifesto e la volontà di Nike di progettare con i rifiuti e investire in un design circolare. Prendiamo la collezione Space Hippie che, rilasciata solo sei mesi dopo il lancio dell'iniziativa Move to Zero di Nike, si basa sul concetto di sfruttare al meglio le risorse limitate che ci circondano, proprio come gli astronauti in missione spaziale. La sneaker, che al momento del lancio rappresentava il prodotto dello Swoosh con il più basso punteggio di impronta di carbonio fino ad oggi, è anche un'ode a incorporare l'ingegno nel design, trovando soluzioni sostenibili ai limiti imposti da un ambiente in pericolo. Il design futuristico di Space Hippie, infatti, vanta tomaie ottenute fino all'85% da filati riciclati, bottiglie di plastica e t-shirt, un'imbottitura ricavata dagli scarti di produzione della Zoom Vaporfly e la mescola Crater Foam, marchio di fabbrica, con materiale espanso riciclato al 100%.
Allo stesso modo, Nike Ispa incarna nel suo acronimo, che sta per Improvise Scavenge Protect Adapt, la volontà di introdurre una nuova etica che celebra l'upcycling rispetto alla produzione da zero, con l'obiettivo finale di soddisfare le esigenze degli atleti e migliorare le loro prestazioni. Forward aggiunge un nuovo capitolo al viaggio dello Swoosh all'avanguardia nel design dell'abbigliamento sportivo e dei tessuti, lasciando intendere che i prossimi 50 anni di Nike saranno altrettanto entusiasmanti del mezzo secolo di storia che stiamo celebrando.
Immagine di apertura: Nike Flyknit