“The Grand Budapest Hotel è molto simile a una torta nuziale a 12 strati”. Esordisce così Matt Zoller Seitz nella monografia omonima dedicata all’ottavo film di Wes Anderson, vincitore di quattro premi Oscar e pubblicata lo scorso febbraio negli Stati Uniti. L’autore e scrittore, nonché caporedattore di RogerEbert.com e critico televisivo del New York Magazine, autore del precedente The Wes Anderson Collection, pubblicato sempre da Abrams nel 2013, continua spiegando la similitudine da fine pasticceria contenuta nella prefazione del libro. “Quando mangi una torta nuziale a 12 strati non fai caso a tutto il lavoro che si nasconde dietro, pensi solo e soltanto a quanto sia deliziosa. Ecco, così accade anche con i film di Wes Anderson”. E forse succede anche con il libro in questione. Puoi mangiarne una fetta, anche due, puoi solo guardarla o non averne voglia, fatto sta che il volume, per forma e contenuto, soddisfa ogni appetito.