Se si atterra a Beirut per la prima volta e si è seduti nel lato dell’aereo parallelo al mare, è impossibile vedere la città e orientarsi, un po’ come a Genova. Ed è a Genova e alla Liguria che un italiano pensa subito come termine di paragone per la capitale del Libano, il Paese abitato da tempo immemore da popolazioni di mercanti e schiacciato fra le montagne e un mare subito profondo come il Tirreno. La descrizione che Fernand Braudel ne fece resta tuttora valida: “La Fenicia è una ghirlanda di piccoli porti addossati alla montagna, situati su penisole e piccole isole, come se volessero mantenersi estranei a un continente troppo ostile” [1].
Note:
1. La Méditerranée, sous la direction de Fernand Braudel, Arts et métiers graphiques, Paris 1977-1978.
2. Francesco Merlo, Stanza 707, Bompiani, Milano 2014.
3. Gabriele Basilico, Beirut 1991 (2003), Baldini Castoldi Dalai, Milano 2003/Le Point du Jour, Paris 2004.