Robert Klanten, Sven Ehmann, Stephan Bohle (a cura di), Cause and effect. Visualizing Sustainability, Gestalten 2012 (pp. 240; €39.90)
Cause and effect, Visualizing Sustainability nasce con la finalità di raccogliere in un unico volume i progetti di comunicazione attuali più efficaci sul tema della sostenibilità. Progetti che incoraggiano un cambiamento culturale in grado di trasformare le nostre abitudini quotidiane: “ormai la sostenibilità non è più una scelta, bensì una necessità”. Uno dei compiti degli operatori della comunicazione è quello di tradurre gli scenari delineati dal mondo della scienza, restituirne le informazioni e creare empatia con i lettori.
L’inquinamento e l’insostenibilità sono ben presenti anche in comunicazione e in editoria
Il volume si articola in quattro capitoli, che raggruppano i progetti secondo i loro punti di forza: comunicazione inusuale, visualizzazione dati, linguaggio attraente e design esperienziale. Il primo capitolo offre un quadro della comunicazione odierna, che mira a rompere le barriere della routine quotidiana cercando di spingere, gradualmente, il pubblico a sostenere la causa della sostenibilità. Anche se, osservando attentamente, è difficile non storcere il naso davanti ai conflitti di interesse talvolta evidenti, i progetti presenti in questo capitolo sono riconducibili quasi interamente al mondo della pubblicità o del viral marketing; il loro linguaggio visivo è povero, soggetto a tendenze e strumenti della comunicazione commerciale. Uniche eccezioni: Occupy George, operazione nata dal basso in seno al movimento statunitense Occupy; Tidyman collection, curiosa serie (foto)grafica dedicata a uno dei pittogrammi più riprodotti e rivisitati di sempre; e le illustrazioni di Alina Günter per WIRE e Abstract magazine.

Nel secondo capitolo vengono raccolti progetti afferenti prevalentemente alla cosiddetta infografica, selezionati per il loro grado di "attrazione visiva" capace di trasportare il lettore nel soggetto analizzato. Il livello medio dei progetti presenti in questa sezione è decisamente più alto, per quanto raramente siano riportate le fonti dei dati esposti. Degni di nota Bottled Waste di Hal Watts, Carbon Cycle di GR/DD, e Q tool sviluppato da IDEO e i diagrammi prodotti dal laboratorio di ricerca del dipartimento INDACO del Politecnico di Milano Density Design.

Il terzo capitolo è dedicato ai progetti in grado di suggerire concreti comportamenti volti alla sostenibilità, sia operati dalle aziende – al fine di rafforzare la propria immagine pubblica – oppure potenzialmente attuabili dai lettori, tutto attraverso un linguaggio accattivante.
Il format del portfolio progetti si è attestato da tempo come pubblicazione tipo nel campo della progettazione
In questa sezione sono raggruppati progetti eterogenei: dal sito web all'immagine coordinata, dal design di prodotto all'architettura. Rimane difficile comprendere cosa abbiano da spartire un efficace, quanto essenziale, progetto di visualizzazione dei consumi elettrici come Energy Aware Clock con la banale campagna di comunicazione del Climate Camp 2009 tenutosi a Londra. Spiccano i pochi progetti i cui autori concepiscono la grafica come scrittura anziché come arte decorativa, riuscendo ad articolare coerentemente un messaggio, oltre a quelli che propongono soluzioni concrete come le architetture di Valentina Karga, in cui il disegno tecnico si fonde con una riuscita rappresentazione diagrammatica dei processi che rendono uno spazio antropizzato sostenibile.

Il quarto capitolo è dedicato ai progetti che poggiano le proprie basi sul design dell'esperienza, sfruttando il gioco e la simulazione. L'installazione, all'interno dello spazio museale così come in quello pubblico, domina l'intera sezione, da cui emergono progetti ludico-educativi quali The Watershed, installazione itinerante volta a sensibilizzare sui fenomeni legati al ciclo dell'acqua nel sud della California, o l’installazione permanente Level Green, presso il museo della Volkswagen di Wolfsburg, a cura di Art+Com, firma tedesca d'avanguardia nel campo del design dell'interazione.
Difficile valutare la qualità di questa tipologia di progetti unicamente attraverso una galleria fotografica, anche se non mancano di stimoli interessanti.

Il format del portfolio progetti, prodotto molto presente nel catalogo Gestalten, si è attestato da tempo come pubblicazione tipo nel campo della progettazione: sicura la riuscita, sicuro il guadagno. Ciò non toglie che, considerato il costo del volume e la pretesa di voler segnare un punto sulla comunicazione di un tema vastissimo come la cura del nostro habitat, sarebbe opportuno uno sforzo di sintesi e valutazione più articolato. Una selezione di progetti, come la curatela di un'esposizione, richiede una chiara prospettiva sul tema, proponendo al lettore un livello costante più alto possibile: questo volume è decisamente un passo indietro rispetto a DataFlow 1 e 2. Pesa inoltre l'assenza di una riflessione sugli strumenti della comunicazione adottati: possibile che valgano gli stessi sia per alimentare gli eccessi della società dei consumi che per contenerli? Di certo c’è che l’inquinamento e l’insostenibilità sono ben presenti anche in comunicazione e in editoria. Mi auguro che i progettisti comincino a riflettere su come produrre meno e meglio.
