Sven Ehmann, Robert Klanten, Velo—2nd Gear Bicycle culture and style, Gestalten, Berlino 2013 (pp. 258; €38.00)
Steven Fleming, Cycle Space: Architecture & Urban Design in the Age of the Bicycle, nai010 publishers, Rotterdam 2012 (pp. 176; €19.50)
“Come andare in bicicletta” è un’espressione vecchia forse quanto il mezzo stesso. Allude alla rapidità con cui tornano in mente le competenze apprese in precedenza. È proprio con questo concetto in mente che Steven Fleming, professore di Architettura all’Università della Tasmania e ciclista appassionato, intende comunicare la facilità con cui può rivivere il buonsenso comune che regnava prima della lotta tra automobile e velocipede per la conquista della mobilità personale. Il suo libro Cycle Space. Architecture & Urban Design in the Age of the Bicycle analizza il concetto di “spazio della bicicletta”—cioè il sistema organizzativo che un singolo ciclista proietta sulla propria città—e sottolinea come la città postindustriale ne sia, per caso, ricca.
Fleming argomenta come l’architettura contemporanea e l’economia urbana abbiano creato un nuovo tipo di paesaggio, fatto di architettura di grandi dimensioni con vaste aree pedonali, di gran lunga troppo ampie per poterne usufruire camminando, ma eccellenti se vissute alla velocità di una bicicletta.
Le aree industriali dismesse sono esaminate da vicino in relazione alla loro intrinseca disponibilità a questo mezzo di trasporto e una normativa non convenzionale viene considerata un’alternativa più sicura delle macchinose leggi sul casco che dissuadono gli utenti più comuni dal circolare su due ruote. La suddivisione del libro in capitoli—dove sono esposte le ragioni sociali, giuridiche ed economiche dalle quali deriva l’attuale ritegno generale ad adottare la bicicletta come ordinario mezzo di trasporto—dà vita a una struttura persuasiva e ad abbondante materia di riflessione.
Dalla Stazione Centrale di Amsterdam alle piste ciclabili di Portland, dallo stile di Copenhagen alle spettacolari scene parigine, Fleming illustra i dettagli che ogni contesto aggiunge al pedalare, mentre il libro assume anche una posizione critica passando in rassegna le strategie adottate dalle varie amministrazioni cittadine.
In questo senso, Cycle Space è la perfetta illustrazione dell’onnipresente ritorno della bicicletta nella vita quotidiana e in ogni classe sociale. Da parte sua, Velo—2nd Gear. Bicycle Culture and Style, a cura di Sven Ehmann e Robert Klanten, è essenzialmente un repertorio di biciclette a scatto fisso, invenzioni olandesi, tecnica d’avanguardia, selle di design, bici da corsa d’altri tempi e molti altri ritrovati. Va dal progetto open-source di produser di Tristan Kopp alle stravaganti biciclette di fibra di carbonio di pg-Bikes.
Attraverso la fotografia, il libro conduce il lettore nelle officine e showroom di costruttori di telai e progettisti di biciclette, scattando un’istantanea visiva della bike culture contemporanea. In mezzo alla pletora di biciclette fotogeniche, il volume analizza anche gli spazi e le idee di numerosi studi, come bikeid, dove “ogni pezzo che esce dalla catena di montaggio è in realtà frutto della collaborazione tra bikeid e il ciclista”; e di progetti inventivi come il casco da bicicletta invisibile Hövding, che fornisce un marchingegno sicuro, sul genere dell’airbag, che si espande quando avverte un movimento improvviso, salvando efficacemente vita e pettinatura.
Velo—2nd Gear riesce a riunire una vastissima gamma di progetti ciclistici, accessori e relativo antiquariato; e, così facendo, comunica la varietà e la profondità di questo mezzo come centro di uno stile di vita e come espressione di punta di un’identità. L’organizzazione immediata e la presentazione estetica dei contenuti fanno di questa pubblicazione un panorama facile e godibile della crescente creatività che in tutto il mondo pone la bici al centro.
Questi libri sono solo due gocce nell’oceano delle recenti pubblicazioni sul tema, chiaro indizio della sensibilità e della vivacità dell’attuale bike culture in tutto il mondo. Tuttavia, l’insieme dei due volumi delinea un quadro completo dell’evoluzione che la bicicletta ha attraversato negli anni recenti—culturale, tecnologica o estetica—senza nascondersi dietro superficiali allarmismi o appiattirsi su concezioni stereotipate della sostenibilità, ma fondandosi invece sull’analisi del contesto culturale e delle tendenze attuali per prevedere ciò che potrebbe accadere e, di fatto, accadrà, nella millenaristica rinascita delle due ruote.