Roberto Gargiani, Anna Rosellini, Le Corbusier. Béton Brut and Ineffable Space, 1940-1965. Surface Materials and Psychophysiology of Vision, Lausanne, EPFL Press, 2011.
Inventore e sofisticato regista di molti modi in cui parlare di sé, Le Corbusier ha suscitato dopo la morte una produzione editoriale che per molteplicità di generi o forme non ha uguali in campo architettonico. Frammentazione e unitarietà, dispersione e dominio sintetico della sua figura e della sua carriera si misurano in base anche a questo fenomeno, non soltanto a quello ormai proverbiale della crescita quantitativamente incontrollabile della letteratura che lo riguarda. Il progetto della visione di sintesi, sempre più arduo, è stato variamente affrontato negli ultimi anni. L'espressione più clamorosa è stata, nel 2008, Le Corbusier Le Grand, edito da Phaidon, colossale storia visuale o atlante di una personalità culturale, invenzione di una forma editoriale (almeno per quanto riguarda l'architettura) che ha tuttavia offerto, nel saggio introduttivo di Jean-Louis Cohen, anche un esercizio di sintesi testuale, condotto con magistrale agilità. Nel 2009, secondo un principio editoriale molto diverso, 010 ha invece riedito il capostipite degli studi panoramici successivi alla morte dell'architetto, cioè Le Corbusier. Elements of a Synthesis, di Stanislaus von Moos, pubblicato originariamente in tedesco nel 1968.
Secondo la consuetudine di Gargiani il libro è privo di introduzione e proprio ai soli binomi del sottotitolo affida il ruolo di fornire chiavi concettuali attraverso cui riconoscere le intenzioni storiografiche sottese al lavoro degli autori
Non c'è risposta, benché Béton Brut and Ineffable Space, 1940-1965 richiami esplicitamente il genere della monografia complessiva su un autore o della biografia artistica. Il Le Corbusier del titolo principale è un simulacro. Volto a compiere un'anatomia dall'interno su alcuni organi del corpo culturale di Le Corbusier, il lavoro di Gargiani e Rosellini non procede né a porli in relazione con quelli estranei all'analisi (ad esempio l'organo del pensiero formale che accompagna il pensiero costruttivo) né a negare la persistenza di un'identità complessiva, che, lasciata a un'impossibile autosufficienza, risulta in un involucro vuoto. Assente il desiderio di sintesi, solo nominale rimane l'appartenenza al genere della biografia artistica di un libro che contribuisce invece all'osservazione per parti della personalità di Le Corbusier.