Un allegato a Domus di Luglio-Agosto racconta passato, presente e futuro di una delle aziende simbolo del nuovo corso dell'impresa nostrana. Una che innova e diventa player globale. Senza perdere il legame con il territorio e puntando sull'architettura, anche come asset di comunicazione
Troppo spesso si parla a sproposito di PMI, le famose piccole medie imprese che formano il sistema nervoso oltre che l’impalcatura muscolare del Paese.
O comunque senza conoscerne nei dettagli le dinamiche personali e industriali. Perché sono le intuizioni soggettive, degli imprenditori che le realizzano, quelle che nel mondo si sono affermate come Made in Italy. Intuizioni che avvengono un po’ ovunque, ma spesso si concentrano in quei distretti che, per motivi solo in parte compresi, rappresentano una fucina di creatività.
L'Innovation Technological Center progettato da SBGA Blengini Ghirardelli. Completato nel 2019, ospita la divisione ricerca e sviluppo e i laboratori di certificazione di AEC
© AEC Illuminazione
La facciata in vetro dell'Innovation Technological Center. Vetrate e carpenterie metalliche sono state curate da Focchi Group
© Henrik Blomqvist
Installate dal Gruppo Focchi, le finestre dell'Innovation Technological Center sono in triplo vetro con due intercapedini di 10 e 20 mm riempite di gas Argon
© AEC Illuminazione
Una vista dell'Innovation Technological Center che evidenzia la diversa altezza dei due parallelepipedi che costituiscono l’edificio
© AEC Illuminazione
Il fronte nord dell'Innovation Technological Center è ricoperto ai primi due livelli di Dekton, materiale ceramico della spagnola Cosentino
© Henrik Blomqvist
Il ponte che collega il preesistente complesso industriale di AEC all'Innovation Technological Center
© Henrik Blomqvist
Una piccola area green illuminata con le lampade AEC per orticoltura
© AEC Illuminazione
Uno scorcio del piano terra e del mezzanino dell'Innovation Technological Center. Macchinari, uffici e laboratori condividono gli stessi spazi
© AEC Illuminazione
Gli uffici al terzo livello dell'Innovation Technological Center. Tutte le pareti perimetrali e interne sono vetrate per favorire l'illuminazione naturale
© AEC Illuminazione
Una delle due sfere di Ulbricht nell'Innovation Technological Center. Sono macchinari all'avanguardia per le misurazioni fotometriche
© Henrik Blomqvist
Una lampada Ecorays viene testata all'interno della camera anecoica
© AEC Illuminazione
Un goniofotometro. Serve a misurare il flusso emesso dalla lampada e di rilevarne la distribuzione fotometrica
© AEC Illuminazione
Il master plan di SBGA Blengini Ghirardelli per il campus dellAgenzia Spaziale Europea a Noordwijk, Olanda.
© SBGA Blengini Ghirardelli
La struttura-ponte ellittica che collegherà i vari padglioni del campus ESA disegnato da SBGA Blengini Ghirardelli
© SBGA Blengini Ghirardelli
Mod 2.0 illumina la riqualificazione di Piazza Castello, a Copertino, in Puglia
© AEC Illuminazione
Le lampade Italo di AEC in funzione sul ponte di Hålogaland a Narvik, Norvegia
© AEC Illuminazione
L'Innovation Technological Center progettato da SBGA Blengini Ghirardelli. Completato nel 2019, ospita la divisione ricerca e sviluppo e i laboratori di certificazione di AEC
© AEC Illuminazione
La facciata in vetro dell'Innovation Technological Center. Vetrate e carpenterie metalliche sono state curate da Focchi Group
© Henrik Blomqvist
Installate dal Gruppo Focchi, le finestre dell'Innovation Technological Center sono in triplo vetro con due intercapedini di 10 e 20 mm riempite di gas Argon
© AEC Illuminazione
Una vista dell'Innovation Technological Center che evidenzia la diversa altezza dei due parallelepipedi che costituiscono l’edificio
© AEC Illuminazione
Il fronte nord dell'Innovation Technological Center è ricoperto ai primi due livelli di Dekton, materiale ceramico della spagnola Cosentino
© Henrik Blomqvist
Il ponte che collega il preesistente complesso industriale di AEC all'Innovation Technological Center
© Henrik Blomqvist
Una piccola area green illuminata con le lampade AEC per orticoltura
© AEC Illuminazione
Uno scorcio del piano terra e del mezzanino dell'Innovation Technological Center. Macchinari, uffici e laboratori condividono gli stessi spazi
© AEC Illuminazione
Gli uffici al terzo livello dell'Innovation Technological Center. Tutte le pareti perimetrali e interne sono vetrate per favorire l'illuminazione naturale
© AEC Illuminazione
Una delle due sfere di Ulbricht nell'Innovation Technological Center. Sono macchinari all'avanguardia per le misurazioni fotometriche
© Henrik Blomqvist
Una lampada Ecorays viene testata all'interno della camera anecoica
© AEC Illuminazione
Un goniofotometro. Serve a misurare il flusso emesso dalla lampada e di rilevarne la distribuzione fotometrica
© AEC Illuminazione
Il master plan di SBGA Blengini Ghirardelli per il campus dellAgenzia Spaziale Europea a Noordwijk, Olanda.
© SBGA Blengini Ghirardelli
La struttura-ponte ellittica che collegherà i vari padglioni del campus ESA disegnato da SBGA Blengini Ghirardelli
© SBGA Blengini Ghirardelli
Mod 2.0 illumina la riqualificazione di Piazza Castello, a Copertino, in Puglia
© AEC Illuminazione
Le lampade Italo di AEC in funzione sul ponte di Hålogaland a Narvik, Norvegia
© AEC Illuminazione
È il caso del Casentino, area che la storia ha intessuto di eventi che parlano ancora una lingua antica, che esprime un genius loci particolarissimo. Una miscela di cultura e territorio, di creatività e di pratica che al NordItalia si chiamerebbe “sapere politecnico” e che invece qui resta l’evoluzione del precipitato delle botteghe medievali.
I luoghi dove è nato il capitalismo occidentale e in cui il “saper fare” non era arte ma artigianato. Perché cercava con l’arte soluzioni dove estetica ed eleganza erano, e restano, valori economici e pratici, prima ancora che filosofici e immateriali.
Quello di AEC, l’azienda di illuminazione pubblica fondata da Cino Cini nel 1957 e ancora oggi di proprietà della famiglia, è uno di questi felici casi.
E a Domus siamo felici di raccontarla in un allegato al numero di Luglio-Agosto che ripercorre la storia dell’azienda con la sua evoluzione da piccola manifattura a player globale.
Nata nel borgo di Subbiano, si è trasferita nella zona industriale negli anni Novanta, quando inizia ad affermarsi per quello che è oggi: una fabbrica tecnologica di livello europeo che ha compreso, molto prima dei grandi colossi, l’importanza del design. Non solo della luce e delle sue infrastrutture, ma il design come ecosistema, come luogo della creatività. Vedi l’ultimo edificio nato del gruppo, l’Innovation Technological Center, progettato dallo studio SBGA Blengini Ghirardelli nel 2019 per ospitare la divisione R&D. Strumenti che sembrano usciti dalla NASA più che dalla bottega di un maestro dell’illuminazione.
Così, quella di AEC non è una semplice storia di successo ma un modello che spiega il senso intrinseco del Made in Italy. Quel tipo di capitalismo dove la formula vincente è un triangolo nel quale la famiglia, il senso di appartenenza alla comunità e l’investimento in ricerca e tecnologia trovano nel design un acceleratore. Una storia su cui riflettere e un modello da studiare. Per chi continua a pensare alle PMI come oggetti astratti e misteriosi.
Walter Mariotti
Nell’allegato Made in Italy 4.0 in edicola assieme al numero 1059 Luglio-Agosto, Domus racconta il passato, il presente e il futuro prossimo di AEC con un focus particolare sull’Innovation Technological Center, l’ultima espansione della sede di Subbiano. Progettato da SBGA Blengini Ghirardelli di Milano, l’edificio è stato concepito espressamente per ospitare i macchinari e i laboratori che fanno di AEC uno degli alfieri dell’industria italiana di nuova generazione, quella ad altissimo contenuto tecnologico, capace di massimizzare l’efficienza lungo tutta la catena del valore e di dare uno sbocco concreto quanto globale alla tradizionale creatività del nostro Paese.
Tra gli approfondimenti dell’allegato Made in Italy 4.0, in pieno stile Domus, ci sono anche quello su Focchi Group, l’azienda che ha costruito le carpenterie metalliche e l’involucro dell’Innovation Technological Center; quello su Cosentino, il colosso spagnolo che ha fornito le lastre di Dekton per le facciate; e quello su SBGA Blengini Ghirardelli, lo studio milanese condotto da tre giovani architetti con esperienze a fianco dei nomi più importanti del panorama mondiale e già capace di vincere grandi commesse internazionali come quella per il campus della European Space Agency in Olanda.
Supplemento Made in Italy 4.0, con Domus 1059, Luglio-Agosto
Promosso da AEC Illuminazione, Cosentino, Focchi Group.
In collaborazione con SBGA Blengini Ghirardelli