Quasi un anno fa, Samsung e Huawei sembravano essere gli unici due concorrenti nella corsa ai telefoni pieghevoli. Ora la scontro si è spostato: Motorola è entrata nella mischia con il suo nuovo Razr, mentre Samsung ha archiviato l'esperienza poco riuscita del Galaxy Fold e ha seguito l'esempio dei concorrenti con il suo Galaxy Z Flip.
Entrambi i telefoni rappresentano una nuova interpretazione del concetto di smartphone, capovolgendo il design tradizionale. Il Razr di Motorola nasce anche come omaggio all'omonimo telefono cellulare di un tempo, uno dei telefoni di maggior successo di sempre; Samsung ha creato invece un design inedito, che sfugge alla nostalgia e offre una nuova prospettiva differente sull’uso degli schermi pieghevoli.
Pur condividendo lo stesso concetto fondamentale di un telefono dalle dimensioni compatte che si apre a rivelare un vero e proprio smartphone, il Motorola Razr e il Galaxy Z Flip presentano alcune notevoli differenze. Il Razr sfoggia un utile display esterno più grande che si rivela un po’ più comodo al fine di utilizzare correttamente il telefono quando è chiuso, limitando così il numero di aperture della cerniera, il punto debole di questi telefoni. Per contro lo Z Flip ha specifiche migliori, con il doppio della memoria, più RAM, un processore Snapdragon migliore e uno schermo interno più grande. Il dispositivo di Samsung, una volta aperto, ricorda inoltre uno smartphone tradizionale con schermo grande. Il Razr, invece, conserva un grosso bordo inferiore in plastica e non si piega perfettamente a metà. Da segnalare infine che il Galaxy Z Flip ha una batteria (divisa in due parti) più grande e, nonostante le caratteristiche superiori, costa 120$ in meno rispetto al concorrente di Motorola (entrambi i telefoni sono comunque abbastanza costosi, considerando le specifiche).
Nonostante queste differenze, sia il Razr che lo Z Flip condividono lo stesso obiettivo: immettere aria fresca in un mercato smartphone stagnante che è stato monopolizzato da design che si assomigliano e si ripetono con poche variazioni sul tema.
Anche se le intenzioni sono encomiabili, i dubbi rimangono: è davvero questa la soluzione che il mercato cercava? Gli utenti sono pronti a pagare per questi dispositivi? E infine, Samsung e Motorola riusciranno a convincere gli sviluppatori a ottimizzare le loro app per sfruttare le nuove possibilità offerte dalle interfacce pieghevoli?
La risposta all'ultima domanda è semplicemente no, a meno che questo tipo di telefoni non guadagni abbastanza slancio e che le aziende non offrano i giusti incentivi agli sviluppatori. Non è stato questo il caso dei pieghevoli che abbiamo visto finora.
Per quanto riguarda la risposta del mercato, solo il tempo ce lo dirà, ma qui siamo scettici: entrambi i dispositivi sono ancora praticamente degli esperimenti che faranno esultare i geek, e lasceranno indifferenti gli utenti medi (magari dopo forse un breve momento di fascinazione per la novità dello schermo pieghevole che il prezzo contribuirà rapidamente a smorzare). Per adesso gli schermi pieghevoli non sono ancora pronti per il prime time, né per sostituire i nostri smartphone tradizionali. Non lo saranno finché la qualità costruttiva e dei componenti non migliorerà. Il problema è soprattutto lo schermo, che su questi dispositivi è di plastica e di qualità ampiamente inferiore rispetto anche a telefoni di fascia media. L'impressione, alla fine, è che si tratti ancora di prodotti realizzati “perché era possibile farlo” a riprova di una certa abilità tecnologica, e non di soluzioni concrete ai problemi reali del mercato degli smartphone.
- Brand:
- Samsung - Motorola
- Anno:
- 2020