La ricerca di questi spazi si è estesa senza interruzione, comprendendo le più disparate tipologie: sanatori, ville, colonie, ospedali psichiatrici, colonie, fabbriche, prigioni tutte in stato di abbandono.
L’autore si occupa da anni di aree industriali e urbane lasciate al loro destino, durante viaggi compiuti in Italia e in Europa, ricercando un equilibrio tra estetica dell’abbandono e documentazione. L’intento è unicamente culturale, per mantenere una traccia fotografica della memoria di un patrimonio artistico e architettonico, che va perdendosi tra demolizioni, distruzioni o intense ristrutturazioni.
Consapevole di questo lascito forzato, Barattini esplora i luoghi dell’abbandono, per trasmettere una realtà che non tutti conoscono, restituendo a queste rovine la dignità che meritano, e attraverso i suoi scatti, le trasforma in soggetti artistici. Infine le sue fotografie, che coniugano arte e denuncia sociale, possono considerarsi un ottimo supplemento di indagine nell’ambito dell’esplorazione dell’architettura urbana, laddove viene consegnata alla storia grazie all’apporto tecnico e interpretativo, di una fotografia mirata e consapevole.