Queste scenografie dell'ozio nella società postindustriale sono quelle che giustamente interessano a Txema Salvans, che le interpreta enfatizzandone la banalità surreale e aumentando il senso di divertente sorpresa che producono in noi. Per questo si avvale di due artifici retorici. Da un lato mantiene un punto di vista sufficientemente lontano per mettere in primo piano la scena e il suo contesto rispetto ai singoli personaggi e alle loro espressioni. Ma in secondo luogo, e soprattutto, ricorre all'artificio dell'ellissi. La maggior parte delle immagini è stata realizzata sulla spiaggia o vicino al mare: il mare è quindi l'elemento che giustifica la presenza dei bagnanti, dei pescatori o dei giochi sulla sabbia. E tuttavia il mare è sempre invisibile perché Salvans si colloca tra l'acqua e i personaggi, invertendo la direzione del suo sguardo.

Questo testo è stato pubblicato in origine sul catalogo della terza edizione del concorso a inviti per giovani artisti "GD4PhotoArt" sul tema "Fotografia, Industria e Territorio", promosso da G.D e dalla Fondazione Isabella Seràgnoli.

