L’iPad Mini come il perfetto sketchbook digitale, raccontato da un’artista

Il visual artist Simone Massoni racconta a Domus la sua esperienza con il tablet, ora compatibile con la Apple Pencil 2: “soddisfa una necessità a cui non avevo pensato: quella di poter disegnare in digitale ovunque, passando inosservato”.

“Io nasco come artista analogico e l’iPad, per quanto possa sembrare strano, mi riporta indietro alle mie origini, quando disegnavo più spesso con penne e pennelli. L’iPad mini, in particolare, mi ha fatto riscoprire quel tipo di freschezza e di approccio più diretto con il disegno”. Simone Massoni è un visual artist che ha iniziato la sua carriera come illustratore di libri per bambini.

Oggi le sue esplorazioni visuali spaziano dal disegno alle animazioni, e si possono trovare su libri e riviste, ma anche in campagne commerciali di grandi marchi internazionali. Quasi tutte, ormai, nascono su un tablet Apple. Una scelta legata alle opportunità abilitate dallo strumento, che per Massoni non è banalmente un ponte fra analogico e digitale, bensì un mondo a parte da conoscere assecondando regole nuove, senza cercare di imporre l’esperienza creativa analogica. Nell’ambito della nostra ricerca sull’evoluzione del lavoro creativo, gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza. Per capire come un dispositivo accostato spesso al concetto di fruizione del contenuto possa essere già oggi un tool di creazione artistica a tutti gli effetti.

Massoni, cosa ti ha spinto ad avvicinarti all’iPad?
Lo dico subito, per me ciò che ha fatto la differenza è la Apple Pencil. Credo di essere uno dei pochi artisti visuali o illustratori che non ha mai avuto un periodo “Wacom Cintiq con lo schermo”. Ho sempre usato al massimo la tavoletta grafica Wacom classica, quella senza display integrato. Quando ho provato la Pencil però la differenza è stata abissale, ho trovato sensazioni che la tavoletta grafica non mi ha mai restituito, più vicine al mio passato analogico.

Non ho mai provato a unire i due mondi però. Non ho interesse a creare un ponte fra analogico e digitale, mi va bene che le due esperienze rimangano separate. Credo che ogni strumento abbia le sue caratteristiche, da esplorare singolarmente. Tuttavia, anche su iPad parto da un tratto manuale e istintivo, come quello che avrei sulla carta.

Simone Massoni, Evolving Ten Peoodle
 

L’iPad come versione elettronica di matite e pennelli, quindi?
Sicuramente a livello di gestualità lavorare sull’iPad ha analogie profonde con gli strumenti classici dell’artista visuale. Non ho abbandonato il quaderno, le mie matite, i pennelli, però. Ci sono anche profonde differenze, nel bene e nel male: l’iPad non ha l’attrito che ha la penna sulla carta, e l’esecuzione è più rapida.

Con l’iPad ho sempre cercato di non ripetere o voler forzare l’esperienza tradizionale, ma di scoprire come fare le cose in modo nuovo. La possibilità di cancellare, tornare indietro, risolvere l’errore, mi fa approcciare al disegno in maniera diversa. In questo senso l’iPad mi ha dato subito un senso di libertà. E più possibilità di esplorare, anche, perché i lavori commerciali hanno una scadenza: se ci metto di meno a fare un disegno ho più tempo per provare cose nuove, o anche solo più tempo libero per i miei lavori. E poi c’è un altro aspetto: In particolare l’iPad mini mi ha fatto riscoprire il piacere dello sketchbook. Viaggiando spesso mi ha cambiato la vita perché riesco a portare con me decine di strumenti. Non potrei mai portarmi appresso il tavolo luminoso per elaborare gli schizzi ad esempio, ma su iPad mi basta la trasparenza di un livello da ricopiare su un altro.

È una questione di dimensioni del dispositivo, oppure ci sono altri aspetti?
Dimensioni e peso sono l’aspetto più importante, certo. Se devo fare cose grandi, oppure editare un video o la foto, lo spazio che ho sull’iPad Pro più grande mi è molto utile. Ma quello non lo porto mai fuori casa, rimane sulla scrivania. Il mini invece è esattamente l’estensione dei miei quaderni. È un elemento onnipresente nella mia borsa. Non ha sostituito gli sketchbook, che mi ridanno un disegno materico, mi permettono di fare collage, di giocare di più coi colori e si consumano fisicamente come parte del processo creativo. Per banalmente il fatto di poterlo tenere in mano in una certa maniera, proprio per come è fatto, mi restituisce il 90% della sensazione che ho utilizzando uno sketchbook.

Simone Massoni

Era una necessità artistica che sapevi di voler soddisfare, quella di un quaderno digitale?
In realtà no, è stata una felice scoperta. In particolare per un aspetto che ritengo sia poco considerato. Quando disegno in pubblico ho bisogno di non essere notato, di isolarmi e un po’ sparire: con l’iPad mini posso farlo perché non attiro l’attenzione. A meno del fan Apple che lo nota e ti chiede informazioni, nessuno ti considera, ed è esattamente quello che voglio. È lo stesso effetto che ho provato con la Ricoh GRIII e la fotografia. Avevo smesso di fare foto per un periodo, ma quando l’ho presa in mano ho capito quasi per caso che era lo strumento perfetto per fare le foto street che piacciono a me, senza farmi notare. Per l’iPad mini è stato lo stesso. Non sapevo di avere questa necessità creativa fino a che non l’ho preso in mano e l’ho provato.

L’iPad è lo strumento d’elezione anche per i lavori commerciali?
Si, tutto quello che faccio ormai nasce sull’iPad, poi però per i dettagli finali mi sposto sul Mac. Non è per colpa dei limiti dell’iPad, ma soltanto una questione di abitudine. Per me il lavoro finisce su Photoshop su Mac, ma solo perché ho anni e anni di azioni predefinite registrate. In realtà esplorando un po’ le possibilità dell’iPad ho capito che potrei fare sul tablet il 100% di quello che faccio sul mio computer. La verità e che personalmente sono ancora più rapido sul Mac. E torniamo al discorso della velocità: soprattutto per lavori commerciali devo necessariamente scegliere la soluzione che per me è più rapida. Nel mio settore siamo ormai giunti alla parità fra PC e iPad per funzioni e possibilità. Anzi, l’iPad per certi punti di vista ha molti vantaggi, come la Pencil o la possibilità di girarlo e manipolarlo in maniera più agile. Credo che un nativo digitale sia più avvantaggiato di me da questo punto di vista, perché non ha le barriere psicologiche di anni e anni passati a lavorare sul computer.

Simone Massoni, Evolving Doodle 16
 

Il modo in cui funziona lo strumento iPad (il Mini come il Pro) ha cambiato il tuo processo creativo? Se sì, in che modo?
Non del tutto, ma di sicuro ha aggiunto molte cose nuove. In particolare, per l’animazione dei miei disegni. Io conosco le basi dell’animazione ma non sono un animatore. Sull’iPad app come Procreate hanno però un timelapse integrato, che non ti fa sentire osservato. Ho iniziato a usarlo per creare disegni che mantengono la freschezza di un doodle, ma integrano l’elemento dell’animazione. Diciamo che grazie all’iPad sto esplorando la possibilità di sfruttare la registrazione e la direzione dell’animazione in maniera creativa. Nel disegno classico si copre e si disegna sopra, molto spesso; su iPad faccio qualcosa di simile ma in digitale, con strumenti più rapidi. È in piccolo quello che fa ad esempio Blu con i timelapse dei suoi lavori, modificandoli in continuazione e documentando il processo.

Nella pratica, qual è il flusso di lavoro sull’iPad di Simone Massoni?
Parto nella maniera più tradizionale: comincio con lo schizzo. Quando ho definito in maniera sufficiente il disegno “a matita”, vado a ripassare e definisco ulteriormente. Con l’iPad ho tutto in uno la possibilità di fare lo schizzo iniziale, poi il tavolo luminoso per ricopiarlo. E poi non devo fare alcuna scansione. Senza mezzi termini, posso dire che l’iPad ha migliorato molto la mia vita professionale.

Quali sono le app consigliate a chi volesse avvicinarsi all’arte visuale su iPad?
Non so se sono il più adatto a rispondere a questa domanda, perché sono abbastanza abitudinario. Per me l’app di elezione è Procreate. Faccio praticamente tutto lì dentro. A volte uso un po’ anche Photoshop per iPad o Fresco per iPad, ma non ho ancora avuto quel momento di illuminazione che ho avuto con Procreate. Per me ciò che hanno azzeccato gli sviluppatori di Procreate è l’idea di costruire tutta l’esperienza attorno al dispositivo, senza alcuna eredità o preconcetto. Le app di Adobe per iPad invece a volte hanno lo svantaggio di dover portare in qualche modo l’esperienza desktop su un nuovo formato. L’ecosistema dell’App Store comunque è ricco di tantissime applicazioni, piccole e grandi. Ad esempio un tool che uso sempre si chiama Amaziograph, mi serve per fare dei pattern che poi uso su Procreate. Il consiglio dunque è di cercare e trovare quelle applicazioni, famose o sconosciute ai più, che servano a realizzare ciò che abbiamo in mente. Da questo punto di vista l’iPad è un bellissimo mondo tutto da esplorare.

Il nuovo iPad Mini. Photo courtesy Apple

Ultime News

Ultimi articoli su Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram