Nella mostra “Find myself a city to live in”, gli architetti Henk De Smet e Paul Vermeulen studiano l’impatto degli interventi architettonici sulla forma e l’uso della città; una questione di equilibrio tra continuità e cambiamento.
Find myself a city to live in
Al deSingel di Anversa i due architetti Henk De Smet e Paul Vermeulen studiano l’impatto degli interventi architettonici sulla forma e l’utilizzo dello spazio urbano.
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- 15 febbraio 2017
- Antwerp
La città ha un ruolo importante nel lavoro dello studio di architettura di Ghent De Smet Vermeulen. Per i loro progetti, i due architetti spesso prendono spunto da fenomeni urbani quotidiani che, a prima vista, non hanno alcun valore particolare. Paul Vermeulen spiega: “In questo modo vogliamo valorizzare l’ordinario in modo che non sia più banale”. I progetti a cui hanno lavorato da quando hanno creato il loro studio alla fine del 1980 illustrano questo approccio con composizioni e costruzioni in cui gli elementi comuni ricevono un nuovo significato e l’architettura è al servizio dello spazio pubblico.
Vermeulen sottolinea che il legame con gli altri studi di architettura è importante tanto quanto la sinergia all’interno del proprio. Lo paragona al mondo della musica classica: “Molti dei progetti in mostra sono nati in collaborazione con altri progettisti. A volte, abbiamo lavorato sul masterplan redatto da qualcuno facendo un passo avanti, altre volte abbiamo scelto un tema comune attorno al quale, come nella musica da camera, prende forma un'orchestra”. E la scelta è deliberata. Vermeulen prosegue: “Poiché la città è di per sé un’idea condivisa, interventi nello spazio urbano dovrebbero nascere dalla stessa idea; considerata, discussa e progettata insieme con gli altri”.
“Siamo contestualisti, usiamo uno spazio così com’è”. Il metodo che Henk De Smet e Paul Vermeulen impiegano in quasi tutti i loro progetti si può riassumere in ‘trovo una città dove vivere’. L’allestimento della mostra al deSingel è pensato per assomigliare a uno studio di architettura, completo di tavoli da disegno, progetti e modelli. Per ricreare l’atmosfera dello studio, i curatori hanno optato per uno spazio aperto, senza pareti divisorie. Le quattro pareti interne, le due finestre, l’altezza dello spazio: tutto concorre nell’essere più di una semplice struttura o quadro.
L’allestimento della mostra si riferisce non solo a uno studio, ma ricorda anche lo spazio di una città. Paul Vermeulen aggiunge: “Mettendo modelli e disegni sopra e intorno a tavoli e sedie in un modo uniforme, nella mostra prende forma una sorta di ordine urbano”. Gli elementi della mostra comprendono un paio di oggetti in particolare che contribuiscono a creare questa sensazione urbana. Per esempio, le grandi tele con i disegni di Benoît Van Innis, un progetto per la stazione della metropolitana Maalbeek a Bruxelles, creano il senso dell’attesa del treno della metropolitana. Un elemento delle balaustre dei ponti di accesso del ponte che De Smet e Vermeulen hanno progettato per le ferrovie a Gand, fornisce una vista della città di solito riservata agli operai delle ferrovie.
fino al 11 giugno 2017
Find myself a city to live in
deSingel International Arts Campus
Curatori: Henk De Smet e Paul Vermeulen