Nata dalla collaborazione fra il Politecnico di Milano e la Expo 2015 S.p.a., Cluster International Workshop è un'iniziativa senza precedenti analoghi: infatti, per la prima volta nella storia dell'esposizione internazionale diciotto università provenienti da cinque continenti sono state invitate a offrire concetti e idee per l'esposizione mondiale del 2015.
Coordinati da Luisa Collina (Politecnico di Milano), Matteo Gatto (Expo 2015 Spa) e Luca Molinari, studenti e docenti sono stati ospitati dal Politecnico di Milano per tre settimane di intenso lavoro. Obiettivo del workshop è stato quello di progettare nove "aree tematiche" per l'Esposizione Mondiale che nel 2015 rilancerà Milano come una delle più importanti città del mondo.
Il workshop incoraggia un'azione progettuale partecipata dalla quale sono scaturiti dei progetti per dei padiglioni espositivi inseriti all'interno di aree tematiche chiamate Cluster: si tratta di aree comuni dedicate alle nazioni che non intendono partecipare con un proprio padiglione nazionale. La novità dei Cluster risiede nel fatto che si provano a superare i limiti geografici e politici delle singole nazioni, come accadeva nelle scorse Expo mondiali. Quindi non più singoli padiglioni per singole nazioni, ma temi che accomunino, mettano insieme, che rendano manifeste le similarità e convergenze dovute a dati di fatto oggettivi resi manifesti da clima e alimentazione. Così i Cluster sono stati suddivisi nelle seguenti aree tematiche: Riso, Caffè, Cereali e Tuberi, Cacao, Frutta e Legumi, il mondo delle Spezie, il BioMediterraneo, Agricoltura delle zone aride e infine Mare e Isole.
Questo stesso spirito di superamento dei limiti geografici e politici è stato lo spirito di quei 135 studenti, 38 docenti e 54 tutor, provenienti dalle università di tutto il mondo, che hanno dato vita a un laboratorio creativo capace di produrre in 3 settimane 27 progetti/proposte di impatto certo.
Cluster Workshop
135 studenti, 38 docenti e 54 tutor, provenienti da 18 università internazionali, hanno dato vita a un laboratorio creativo per la progettazione di nove "aree tematiche" pensate per l'Esposizione Mondiale che nel 2015 rilancerà Milano come una delle più importanti città del mondo.
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- 25 ottobre 2012
- Milano
Ogni gruppo di progettazione dei Cluster era composto da tre università provenienti da diversi continenti e ogni Cluster a sua volta è suddiviso in tre gruppi che avevano il compito di offrire tre diversi concetti-progetti sul tema assegnato.
I Cluster dell'Expo 2015 ospiteranno circa 80 nazioni — più della metà delle nazioni partecipanti — e creeranno le condizioni per condividere spazi comuni dove mettere in scena le rispettive tradizioni e identità culturali. La sfida degli organizzatori è stata fin da subito molto chiara: invitare futuri architetti, designer e ingegneri, a favorire l'ibridazione dei diversi saperi e background culturali e puntare sulla creatività dei giovani progettisti per offrire un'esperienza che sa di nuovo.
I progetti presentati dai gruppi di lavoro partecipanti — grazie al frame-work concettuale predisposto dagli organizzatori del workshop — vanno a definire meglio l'immagine di quello che sarà la prossima esposizione mondiale del 2015.
Il workshop ha alternato intense sedute di progettazione in aula a momenti di dibattito con figure professionali quali l'ex-designer spagnolo Marti Guixé e l'architetto tedesco Michael Radtke, nonché lo chef Carlo Cracco e Andrea Sinigaglia della scuola di cucina internazionale Alma. Stefano Mirti di ID Lab, lo studio italiano A12 e Anna Barbara di Viapiranesi12 hanno contribuito, con le loro conoscenze su paradigmi di interazione e architetture leggere, ad arricchire i momenti di dibattito con gli studenti.
Fra i momenti più intensi va ricordata la lectio magistralis di Kengo Kuma, il cui lavoro mostra una grande affinità con il senso generale del workshop, in quanto il lavoro dell'architetto giapponese verte sulla ricerca dei materiali e sul come produrre molto con molto poco, complessità attraverso semplicità. In tal senso, non pochi degli studenti hanno beneficiato degli input sia di Kuma così come degli altri esperti coinvolti nelle attività del workshop.
Affidarsi ai giovani progettisti significa fidarsi del fatto che ricopriranno un ruolo cruciale nello sviluppo economico del pianeta e nel dare vita a una maggiore interconnessione fra nazioni distanti fra loro
Con il workshop sui Cluster Milano ha vissuto un mese da capitale del dibattito sul cibo, sulle risorse idriche e sull'energie sostenibili. In un'Europa che invecchia, il fatto che ci si rivolga alle generazioni più giovani per produrre visioni e progetti è un dato da non sottovalutare. Fino a oggi nessun'altra Expo aveva invitato dei giovani designer a progettare dei padiglioni: affidarsi ai giovani progettisti significa fidarsi del fatto che ricopriranno un ruolo cruciale nello sviluppo economico del pianeta e nel dare vita a una maggiore interconnessione fra nazioni distanti fra loro.
Salvator-John A. Liotta, Francisco Spadoni
Di seguito le università partecipanti – Politecnico di Milano più alter due per ogni Cluster:
Coffee Cluster: University of São Paulo (Brasile), e University of Nairobi (Kenya)
Rice Cluster: Tongji University (Cina) e National University of Hanoi (Vietnam)
Cocoa Cluster: USI – Università della Svizzera Italiana e Instituto Tecnológico de Monterrey ITESM (Messico)
Fruits and legumes Cluster: The Bezalel Academy (Israele) e Cape Peninsula University, Cape Town (Sud Africa)
World Of Spices Cluster: IUAV of Venice e NID National Institute of Design (India)
Cereals Cluster: Parsons, School of Design (New York, USA) e MARKHI – Moscow Institute of Architecture (Russia)
Bio-Mediterraneum Cluster: II Università degli Studi di Napoli and American University in Cairo (Egitto)
Arid Zones Cluster: ETSAM Escuela técnica superior de arquitectura de Madrid (Spagna) e Birzeit University (Palestina)
Sea And Islands Cluster: Aalto University (Finlandia) e University of Tokyo (Giappone)