Intervista a Reinier de Graaf

Il direttore di AMO discute i principi e le idee elaborate negli ultimi anni dal gruppo per lanciare una nuova politica energetica sostenibile in Europa.

Questo articolo è stato pubblicato sul supplemento Green Energy, allegato a Domus 950, settembre 2011

Dopo essere entrato a fare parte di OMA (Office for Metropolitan Architecture) nel 1996, Reinier de Graaf è diventato nel 2002 direttore di AMO (lo studio di ricerca e design fondato da Rem Koolhaas nel 1998 come complemento di OMA). De Graaf è un esperto di sostenibilità ed è responsabile del ruolo svolto da AMO nella politica energetica e nella progettazione di energia rinnovabile, fra cui la Roadmap 2050: Una guida pratica per un'Europa a basse emissioni di carbonio, pubblicata l'anno scorso e ripubblicata recentemente nell'ambito del rapporto sull'energia del WWF del febbraio 2011 in collaborazione con la European Climate Foundation. Al momento sta lavorando al Municipio Stadskantoor, agli edifici Coolsingel 'mixed use' di Rotterdam, al nuovo quartiere generale G-Star di Amsterdam e al Commonwealth Institute di Londra.

Lucy Bullivant: Quali sono le priorità di AMO nel campo della sostenibilità e della progettazione di energia rinnovabile?
Reinier de Graaf: Dalla prima Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente umano, che si era tenuta nel 1972 a Stoccolma, la consapevolezza globale del cambiamento climatico e la necessità di una soluzione sostenibile sono cresciute in modo esponenziale. Gruppi politici come il Club di Roma hanno dato vita a forum climatici internazionali e a gruppi intergovernativi di esperti, formalizzando infine standard come il leed e il breeam nell'industria delle costruzioni. Abbiamo tuttavia osservato come la natura frammentata dell'attuale sistema—lo stato nazione collegato all'opportunistica economia di mercato—sia sempre più di ostacolo alla risposta collettiva necessaria a contrastare il cambiamento climatico. Le due componenti del sistema sono entrambe fondate su un principio organizzativo in cui gli interessi parziali cercano di prevalere gli uni sugli altri. In un sistema simile il riconoscimento di un'opportunità ispira una corsa all'azione, mentre l'identificazione di un rischio sembra produrre una paralisi collettiva in cui ogni parte attende che sia l'altra a fare la prima mossa. In questo contesto un atto di fede è spesso la scelta più difficile da fare anche se promette ampie contropartite economiche. Il conservatorismo di questo sistema si manifesta anche in architettura. Nonostante la crescente consapevolezza e la conseguente esigenza di sostenibilità, le soluzioni 'verdi' sono di solito semplici muri o tetti verdi con un macroimpatto ridotto o inesistente. Affrontare la necessità di soluzioni sostenibili a una scala così ridotta è semplicemente insufficiente. AMO è interessata alla sostenibilità affrontata a una scala che sia in grado di avere un impatto: la scala della città, del paese, o persino del continente per trascendere gli interessi nazionali in nome di un comune interesse in un futuro sostenibile. Le proposte di infrastrutture e di progetti di energia rinnovabile di AMO utilizzano il valore aggiunto della collaborazione e illustrano un futuro alternativo.

Qui sopra e foto di apertura: immagine tratta da Zeekracht, masterplan infrastrutturale 
di OMA per i cinque paesi che si affacciano sul mare del Nord. La soluzione per un’energia sostenibile 
è individuata in un anello 
di centrali eoliche poste nel mare comune. © OMA
Qui sopra e foto di apertura: immagine tratta da Zeekracht, masterplan infrastrutturale di OMA per i cinque paesi che si affacciano sul mare del Nord. La soluzione per un’energia sostenibile è individuata in un anello di centrali eoliche poste nel mare comune. © OMA
Come si colloca in questo contesto il progetto Zeekracht?
Nel 2008, Zeekracht—in olandese vuol dire 'energia del mare'—è stato il nostro primo progetto di infrastruttura in grado di fornire un approvvigionamento supplementare di energia varcando i confini nazionali. Il progetto proponeva la costruzione di un 'anello' di impianti offshore a energia eolica nelle acque territoriali dei cinque paesi che si affacciano nel Mare del Nord. La proposta sfrutta il vantaggio climatico dell'area (alta velocità e costanza dei venti, acque poco profonde) e illustra il valore aggiunto di una collaborazione che prevede il recupero ecologico, il trasporto del combustibile offshore e la nascita di istituzioni di ricerca e sviluppo.

Che cosa rende sostenibile un masterplan in termini energetici? È un tema che suscita un grande scetticismo.
La sostenibilità implica flessibilità. Le infrastrutture pesanti, soprattutto se dipendenti da carburante fossile, fanno affidamento su una singola fonte per produrre un singolo prodotto. Un masterplan realmente sostenibile deve trarre vantaggio dalle condizioni climatiche e utilizzare asset naturali per offrire un affidabile sistema di fornitura energetica.

Immagine tratta da Zeekracht, masterplan infrastrutturale 
di OMA per i cinque paesi che si affacciano sul mare del Nord. La soluzione per un’energia sostenibile 
è individuata in un anello 
di centrali eoliche poste nel mare comune. © OMA
Immagine tratta da Zeekracht, masterplan infrastrutturale di OMA per i cinque paesi che si affacciano sul mare del Nord. La soluzione per un’energia sostenibile è individuata in un anello di centrali eoliche poste nel mare comune. © OMA
Qual è la ragione che ha portato alla Roadmap 2050 e dove è stata promossa?
Nel 2009 i leader europei hanno preso l'impegno di ridurre le emissioni di co2 dell'80% entro il 2050, ma lo hanno fatto senza avere un piano. Roadmap 2050 è un progetto avviato dalla European Climate Foundation con cui un consorzio di società ha sviluppato un piano concreto che risponde a quell'impegno. Per raggiungere l'obiettivo di riduzione delle emissioni che si era proposta, l'Europa avrebbe dovuto decarbonizzare completamente il proprio settore energetico. Il progetto delinea il metodo e le conseguenze di questa scelta. A causa di limiti climatici e finanziari, le nazioni europee non potranno raggiungere separatamente l'obiettivo della decarbonizzazione. In questo senso la diversità geografica e climatica dell'Europa è lo strumento che consentirà di raggiungere obiettivi ambiziosi in termini di efficienza della rete, grazie alla gestione alternata dei periodi di scarsità della risorsa naturale: in estate il Nord potrà approfittare del soleggiato Sud e in inverno il Sud potrà sfruttare il ventoso Nord. Il progetto, lanciato nell'aprile 2010, è stato presentato ai ministeri dell'energia e dell'ambiente, ai membri della Commissione europea, ai leader politici internazionali e alle industrie. AMO ha prodotto una narrazione grafica che descrive il modo in cui l'Europa potrà migliorare la qualità della propria rete per mezzo di strategie tecnicamente praticabili ed economicamente accessibili, indicando le politiche necessarie ad assicurarne il successo. Quando leader e aziende saranno pronte a comprendere questi progetti, la classe politica potrà facilmente acquisirne i principi e l'industria promuoverli.

Le nazioni europee non potranno raggiungere separatamente l’obiettivo della decarbonizzazione.
Immagine tratta da <i>Roadmap 2050</i>, un progetto avviato dalla European Climate Foundation sulla decarbonizzazione dell’Europa. © OMA
Immagine tratta da Roadmap 2050, un progetto avviato dalla European Climate Foundation sulla decarbonizzazione dell’Europa. © OMA
In veste di direttore del settore dell'energia dello Strelka Institute di Mosca, la nuova scuola post laurea che si rivolge ai settori dell'architettura, del design e dei media, che cosa state domandando alla Russia, un paese con un grande potenziale nel campo dell'energia rinnovabile, e quali iniziative avete intrapreso?
Alla Strelka esploriamo il futuro dell'energia russa, in particolare il modo in cui la Russia saprà affrontare l'esaurimento delle riserve di carburante fossile e la necessità di trovare una soluzione sostenibile. Il settore energetico russo è spesso descritto come opaco e impenetrabile e per comprenderlo bisogna passare attraverso aneddoti, storie di azioni e investimenti. Nel 2007 una spedizione russa ha rivendicato il possesso del Lomonosov Ridge, la dorsale sottomarina del Polo Nord che i russi sostengono sia il prolungamento della loro piattaforma continentale, avanzando pretese sui giacimenti petroliferi nascosti nel sottosuolo. Il paese persegue senza porsi domande la sicurezza energetica.
Immagine tratta da <i>Roadmap 2050</i>, un progetto avviato dalla European Climate Foundation sulla decarbonizzazione dell’Europa. © OMA
Immagine tratta da Roadmap 2050, un progetto avviato dalla European Climate Foundation sulla decarbonizzazione dell’Europa. © OMA
Una posizione paradossale, che implica sicuramente crescenti tensioni…
Certo, il rifornimento energetico è spesso considerato una questione di sicurezza nazionale ed è purtroppo sempre più causa di insicurezza globale. Se non sarà risolto, il conflitto tra gli interessi a breve termine della Russia e quelli a lungo termine del mondo, quindi anche quelli della stessa Russia, potrebbe portare al collasso globale. Anche se è facile ritenere che la Russia continuerà a dipendere dal carburante fossile è 'essenziale', anche se non facile, immaginare un futuro diverso. A causa della dipendenza economica dalle esportazioni di carburante fossile predire il futuro energetico della Russia è un compito arduo. Nonostante l'energia sia stata la forza trainante dello sviluppo russo fin dall'inizio del Ventesimo secolo, l'attuale dipendenza della Russia dal petrolio e dal gas limita la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie oltre che la diversificazione della sua economia.

Alla Strelka avete preso atto dei limiti di questa dipendenza e posto questioni che possono o potranno valere in misura minore o maggiore anche in altri paesi.
Sì, ci siamo chiesti se una Russia non più dipendente da petrolio e gas sia una soluzione realizzabile nell'arco della nostra vita, quali siano gli ostacoli politici, sociali ed economici e quanto questo incida sulla posizione della Russia nel mondo.
Immagine tratta da <i>Roadmap 2050</i>, un progetto avviato dalla European Climate Foundation sulla decarbonizzazione dell’Europa. © OMA
Immagine tratta da Roadmap 2050, un progetto avviato dalla European Climate Foundation sulla decarbonizzazione dell’Europa. © OMA

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