Il virus non cambierà la forma fisica delle città, spiega, ma senza dubbio inciderà sulla maniera in cui penseremo la città e sulle modalità del lavoro.
Uno scenario nel quale la figura dell’architetto assume un peso sociale ancora maggiore, specialmente nel mondo ‘occidentalizzato’ nel quale certe responsabilità erano fino a oggi meno esplicite.
In una società nella quale le ineguaglianze sono emerse in modo drammatico, l’architetto deve spogliarsi delle vesti di mero progettista per essere sempre più 'impegnato'.