Sir Clive Sinclair, il prolifico inventore britannico che ha contribuito alla diffusione degli home computer, è morto la scorsa settimana, a 81 anni.
Nella sua lunga carriera, Sir Sinclair ha sperimentato il successo della sua linea di computer ZX Spectrum e il fiasco di altri prodotti che, come l'auto elettrica C5, erano probabilmente in anticipo sui tempi.
Sir Sinclair è stato uno degli ultimi grandi inventori novecenteschi. In questa galleria, abbiamo raccolto cinque delle sue più celebri o stravaganti invenzioni: alcune hanno cambiato il mondo, altre sono state (giustamente) dimenticate. Tutte sono scaturite dalla mente brillante di un uomo che era sempre alla ricerca della prossima grande visione da concretizzare.
Genio e sregolatezza di Clive Sinclair in 5 progetti
Meglio conosciuto per i suoi famosi computer Spectrum, Sinclair è stato un uomo dalle molte intuizioni, con visioni che spesso hanno fallito sul mercato, ma hanno stimolato l'ispirazione delle generazioni a venire.
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- Andrea Nepori
- 24 settembre 2021
La linea di personal computer ZX Spectrum fu il più significativo successo commerciale della Sinclair (come azienda). Erano più economici del Commodore 64 e disponevano di un'enorme libreria di software e soprattutto di giochi. Lo Spectrum ha un posto nella storia dell'informatica perché è la macchina su cui molti imprenditori di successo nel campo della tecnologia e di internet hanno sviluppato la loro passione adolescenziale per i computer. L'ultima versione dello Spectrum, la +3, fu ufficialmente dismessa nel 1992.
Mentre i computer e i dispositivi digitali di Sinclair sono ben noti, il ruolo dell'azienda come pioniere della mobilità alternativa è comunemente trascurato. Nel 1985, Sinclair lanciò la "macchina elettrica" C5. Nonostante il nome e l'aspetto futuristico, non era molto più che un triciclo elettrico. Aveva una velocità massima di 25 km/h (per evitare di aver bisogno di una patente per guidarla) e un'autonomia terribile, che poteva scendere fino a soli 10 km con il freddo. La visione c'era, ma il prodotto no. Avrebbe potuto funzionare meglio 30 anni dopo, ma al tempo fu una scommessa persa. All’azienda il fiasco costò talmente tanto che fu necessario vendere la divisione computer ad Amstrad.
Quasi dieci anni dopo il C5, Sinclair se ne uscì con un altro dispositivo per la mobilità che oggi sarebbe di gran moda su Kickstarter, lo Zeta (Zero-Emission Transport Accessory). Applicato alla ruota posteriore di una bicicletta elettrica, la scatola dotata di batteria e motore elettrico forniva una propulsione supplementare al ciclista. Se vi sembra un’idea già vista, è perché una lunga serie di startup oggi cercano di fare la stessa cosa con design molto simili.
I prodotti Sinclair sembravano spesso ispirati da idee stravaganti, tratte da film di fantascienza o dalle illustrazioni retrofuturistiche degli anni 50 e 60. Sir Clive stesso, per esempio, era ossessionato dal produrre una televisione in miniatura. Negli anni '60, anche prima di incorporare la sua azienda, Sinclair sviluppò un prototipo chiamato Microvision con un piccolo display CRT fatto da Hitachi. Il dispositivo funzionava, ma era impossibile da produrre su larga scala. Ci vollero altri dieci anni a Sinclair per portare la sua mini TV sul mercato con il modello TV1A, prodotto dalla spinoff Sinclair Radionics, questa volta con componenti personalizzati prodotti in casa e un sistema CRT fatto su misura da Telefunken in Germania. Inizialmente, la domanda superò l'offerta, portando l'azienda a produrre troppi TV1A. Nel 1979, dato che i successori del TV1A non riuscirono a ravvivare l'interesse per la linea di prodotti, la Sinclair Radionics fu smantellata e i diritti per il TV1A venduti alla Binatone, che immediatamente discontinuò il prodotto.
La Cambridge fu la prima incursione di Sinclair nel mercato delle calcolatrici tascabili. La prima versione fu lanciata alla fine del 1973 e fu seguita da una calcolatrice scientifica all'inizio del 1974. Nonostante fossero molto popolari, le calcolatrici soffrivano di un difetto di progettazione quasi fatale che interessava l'interruttore di accensione e non permetteva di spegnere più il dispositivo dopo appena alcuni giorni di utilizzo.