È passato più di un anno da quando abbiamo iniziato a pensare, in certi momenti anche a credere, che niente sarebbe più tornato com’era. In quest’anno di pandemia ci siamo interrogati soprattutto sul futuro delle arti, dello spettacolo, della cultura in genere. Per alcuni la pandemia è stato un momento nel quale espandere i propri confini, cercare modi alternativi per uscire dai margini, oltre le geografie. Mai come quest’anno abbiamo alimentato la nostra dipendenza per i social network; mentre un amico mi raccontava con entusiasmo il suo impegno nel cercare di non riscaricare l’app di Instagram durato più di tre mesi, io non riuscivo a smettere di cedere alla forza gravitazionale del vortice esplorativo.
Arte postdigitale, 6 profili Instagram da scoprire
Chi sono i pensatori, artisti, intellettuali che lavorano dietro ad uno schermo per immaginare futuri possibili? Ecco lo stato dell’arte in sei account Instagram.
“Vicinanze” nasce nel 2018 a cura di Chiara Arturo e Cristina Cusani. Il progetto vuole indagare il concetto di confine eleggendo la condivisione a modus operandi per unire pratiche artistiche e linguaggi differenti, ritornando all'idea di Mediterraneo come luogo dell’attraversamento e crocevia di scambi culturali. All'interno di questa operazione che prevede residenze d’artista condivise e la creazione di archivi digitali si inserisce il progetto web ALTROVE, un takeover sull’account @progettovicinanze ad opera di artisti, ricercatori, intellettuali e professionisti di diverse discipline, che a partire da gennaio 2021 pubblicano contenuti sul tema del confine estendendo lo spazio di riflessione.
@YehwanSong in collaborazione con @gregtechnology
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- Jessica Soffiati
- 03 luglio 2021
Yehwansong, The way we touch each other in 2020
Chi ha la mia stessa ossessione per percorrere chilometri lungo la linea azzurra fino alla fine di strade sconosciute usando Street View, può capire. Tra le molte cose nuove scoperte ci sono soprattutto le nuove generazioni di artisti e intellettuali dell’era post digitale. Così è iniziato un lavoro di collezionismo, mappando degli stili, creando compilation di reference e visioni per stimolare interrogativi sulle direzioni dell’arte in questa nuova era. Quali elementi dell’epoca dell’“esperienza” avremmo potuto ricombinare per creare nuovi linguaggi? Nuove associazioni mentali possono riscrivere il futuro di tutte quelle pratiche che ci sono state tolte? L’arte digitale può superare il confine materiale di un oggetto, riprodurre sensazioni come la tattilità, la memoria di un odore? Essere territorio di nuove esperienze cognitive giocando con colori, superfici, materiali organici e inorganici? Quattro artisti internazionali e un collettivo italiano ci raccontano la loro visione e la loro pratica artistica. Non tutte le immagini o i progetti sono stati realizzati nell'ultimo periodo ma rappresentano ideali, valori, risposte utopiche a necessità attuali. Spesso le opere sono riflessioni sul vivere quotidiano inserite in una narrazione distopica che abita un'altra dimensione.
Yehwansong, 3D
Si pongono domande sul futuro dell’interazione dell’uomo con la tecnologia come nel caso di Aaron Sheer, o l’artista australiano law-degree, si trovano in vendita o in mostra in gallerie digitali sottoforma di NFT o progettate come veri e propri viaggi nell’universo della user experience dove anche il touch sullo schermo del telefono è un metalinguaggio che ci permette di raggiungerci e toccarci l’un l’altro come fa Yehwan Song. Mentre alcuni artisti prediligono la creazione delle opere a partire da un hardware esistente, come Andreas Gysin e Sidi Vanetti, per altri, ad esempio Matthew Stone, la natura digitale ha un’origine analogica nelle sperimentazioni pittoriche, grafiche, nella scrittura ma possono modificare e amplificare la nostra conoscenza del mondo attraverso nuove relazioni virtuali, come stanno facendo gli artisti e intellettuali coinvolti in Progetto Vicinanze - Altrove. In un momento ancora piuttosto incerto, dove la tecnologia rappresenta uno dei principali luoghi di affermazione, nasce forse anche la speranza che nuovi scenari possano in futuro cambiare il corso degli eventi drammatici interrompendo l’abitudine dell’uomo a ripetere la storia.
Creati su una varietà di dispositivi digitali, i lavori di Scheer utilizzano il regno digitale per combinare elementi di collage, fotografia e tecnica pittorica espandendo il concetto di pittura. La sua pratica artistica impiega i gesti del digitale come i comandi da tastiera e sfioramenti del touchpad, la risultante pittorica è una versione astratta delle attività digitali eseguite. Scheer analizza l'idea dell'umano nella tecnologia permettendoci di fare esperienza della materia virtuale, dei big data, della produzione automatizzata, mettendo in discussione la percezione della realtà, la tecnocrazia e i culti del lavoro contemporaneo.
Andreas Gysin e Sidi Vanetti sono un duo di artisti che crea immagini e pattern utilizzando le geometrie tipiche dei display multiuso. Ciò che caratterizza i progetti è che la loro intenzione è di non modificare il layout (o l'organizzazione visiva) dell'hardware scelto: lavorano con ciò che l'esistente ha da offrire. All'interno di questi rigidi vincoli cercano infinite permutazioni visive. Utilizzando forme predominanti, Gysin-Vanetti costruiscono immagini, animazioni e generano pattern.
Matthew Stone è un artista multimediale, il suo lavoro è sia analogico che digitale. La raffigurazione onirica di corpi e segni gestuali astratti, permette a Stone di raccontare un personale punto di vista sulle relazioni sociali, sul concetto di bellezza e di materialità, utilizzando un software di modellazione 3D. Le opere vengono eseguite seguendo un metodo complesso, i dipinti su acetato vengono fotografati e poi manipolati all'interno di uno spazio virtuale 3D. Questo approccio tecnologico viene utilizzato da Stone per superare i limiti della pittura ma anche delle gallerie. Infatti lo spazio per eccellenza dove vivono le sue opere è internet, specialmente Instagram.
Yehwan Song è un’artista e designer sud coreana, il suo lavoro mette in discussione il nostro modo di utilizzare le piattaforme web spesso troppo orientato al miglioramento delle performance, sottomesso a logiche di marketing che spingono a semplificare e riprodurre linguaggi e comportamenti, velocizzare le conversioni, adeguare i linguaggi agli utenti. Song costruisce dispositivi e interfacce outside-the-frame per condurci nell’esplorazione di tutte le potenzialità del web ma anche delle nostre: combattendo l’omologazione, la sua vera missione è la creazione di ambienti dove è il codice a guidare gli User verso nuove esperienze.
Law_degree è un artista australiano con all’attivo diverse collaborazioni nel campo della moda. Le sue sculture digitali iperrealiste che ci riportano al mondo dei videogiochi sono la risposta ad alcuni degli interrogativi che ci siamo posti sulla possibilità di sostituire l’essere umano in carne e ossa soprattutto nel fashion business. Se la fotogrammetria sarà nel futuro della musica, della moda e del design non lo sappiamo ancora, per ora possiamo collezionare le opere di law_degree come nft .