Giunto al suo secondo capitolo, il progetto multimediale Hemelliggaam di Tommaso Fiscaletti e Nic Grobler prosegue nell’ambizioso tentativo di dare concretezza (per quanto l’immagine possa considerarsi concreta) a concetti difficilmente esprimibili, come il rapporto tra uomo e universo, tra gli aspetti terreni della vita e quelli celesti, e in ultima analisi tra la nostra necessità di conoscere e conoscerci e il nostro desiderio, a tratti contraddittorio, di trascendere il reale. Come rappresentare però qualcosa di sostanzialmente invisibile? Ogni fotografia o video diventa allora il culmine di una storia, che nasce prima di tutto nella mente degli artisti, e, come in un esperimento, cerca poi conferma e attualizzazione nella realtà. Ne risultano immagini dense e stratificate, che richiedono una lettura lenta e approfondita e che creano un paradossale — quanto voluto — cortocircuito con la seconda parte del titolo del lavoro: Or The Attempt To Be Here Now. Essere “qui ora”, infatti, ha per i due artisti una valenza ambigua, che dell’hic et nunc rimanda da un lato all’accezione imperativa e, aiutati da Heidegger, all’applicazione che ne fa l’uomo osservandosi nel suo porsi a confronto con la propria esistenza, e dall’altro a un’interpretazione più spirituale, anche se pur sempre filosofica, in cui l’essere umano è una parte impermanente del tutto, che a questo tutto anela senza tregua a ricongiungersi. In questo esperimento la filosofia è però coinvolta solo indirettamente, perché gli strumenti principali dello studio sono la scienza e la fantascienza. La prima pone solide basi metodologiche, e da qui nasce la collaborazione con il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Western Cape. Il Sudafrica, dove tutto il lavoro è ambientato, è infatti uno dei luoghi del mondo più adatti all’osservazione del cosmo grazie al suo scarsissimo inquinamento luminoso: è qui che sorgerà una parte dello SKA, il più grande radiotelescopio del mondo, ed è qui che l’astronomia assurge quasi a hobby nazionale.
Hemelliggaam: quando l'uomo esplora l'universo con le foto
Scienza e fantascienza uniscono le forze in questo ambizioso progetto artistico a quattro mani.
“Sarie, affettuosa, affettuosa bambina. Ascolta. Io sono ciò che puoi diventare, e tu sei ciò che voglio diventare io.” Eva Stellaris parlando con Sarie Fotografia ispirata a ‘Swart ster oor die Karoo’ (Stella nera sul Karoo) di Jan Rabie, 1957.
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- Raffaele Vertaldi
- 20 giugno 2020
Ma è alla seconda che bisogna rivolgersi per veicolare con più efficacia comunicativa — e quindi rendere anche più fruibile — una ricerca che riguarda letteralmente oggetti celesti. È questa, infatti, “oggetto celeste”, la traduzione del termine afrikaans Hemelliggaam, ed è proprio dalla lingua e dalle parole di due scrittori sudafricani di fantascienza che Fiscaletti e Grobler, entrambi di base a Cape Town, partono per la loro esplorazione. E qui la cosa si fa ancora più interessante, poiché la fantascienza è da sempre una delle voci della letteratura più attive nel descrivere condizioni sociali e politiche di cui è spesso pericoloso se non impossibile parlare e, attraverso la lente della proiezione paradossale, della ben nota distopia, o di più o meno complesse sostituzioni logiche rese plausibili proprio dal ricorso alla fantasia, si è fatta più volte promotrice di domande, denunce e, nei migliori casi, cambiamento. I testi fantascientifici di un anti–nazionalista come Jan Rabie o di un pensatore controcorrente come C.J. Langenhoven, forniscono allora un’altra solida base per il progetto, e gli permettono di acquistare anche una componente di riflessione socio–politica in questo momento decisamente necessaria: se l’uomo si pone cioè come uno dei poli dei quali l’altro è costituito dall’Universo, è all’interno dell’uomo stesso che si può ritrovare la dicotomia più dilaniante, dove l’Altro da sé — l’altro che viene visto con sospetto, che spaventa e finisce magari per essere accusato e processato — non è l’alieno di una letteratura inerme per quanto disturbante ma l’uomo stesso, il fratello con un colore della pelle diverso, il connazionale conquistato, ghettizzato e poi temuto. Reso impossibile dalle misure anti–Covid, l’allestimento di Hemelliggaam previsto per il 2020 è intanto momentaneamente diventato una curiosa istallazione virtuale online che, se in qualche modo ne esalta lo spirito retrò, rende anche bene la complessità di un archivio di ampia portata, che vedrà nel 2021 il suo compimento con un terzo e ultimo capitolo (curato, come gli altri due, da Filippo Maggia).
Questa giraffa era all'entrata, nella prima stanza della mostra (Hemelliggaam or The Attempt To Be Here Now - Chapter One, all’ Iziko South African Museum Cape Town nel 2018). La maggior parte dei visitatori, specialmente i bambini, rimanevano incantati e immediatamente attratti dalle sue dimensioni e dalla sua magnificenza. Dopo poco tempo, abbiamo iniziato a chiamarla, tra di noi, col nome “God”, Dio – realizzando che non c'è né confronto né competizione con la presenza di questa alta, incredibile e al contempo comica creatura.
Tutti i Quagga furono spazzati via dai pionieri, cacciatori in Sudafrica nel XIX secolo.
Sembrano praticamente delle zebre, ma le loro strisce si allargano e tendono a scomparire nella parte posteriore della schiena, che è quasi di color marrone.
Nel 1987 è iniziato un programma per far risorgere il Quagga attraverso degli allevamenti selettivi. La sola fotografia conosciuta di questo animale in vita è stata scattata da F. York allo zoo di londra nel 1870.
Nel parco dell’iThemba Lab (la più grande struttura del continente Africano per la ricerca nucleare) è oggi in corso un programma per reintrodurre la Quagga in natura.
Lo studio della risposta delle cellule ad irraggiamento con fasci di neutroni è un aspetto cruciale per la fattibilità di future missioni dell'uomo nello spazio
'Quindi, una volta che le particelle raggiungono la loro massima energia, allora, vengono nuovamente estratte, e spedite ovunque vogliamo mandarle, per esperimenti o per la produzione di Isotopi' Dr Ricky Smit, mostra una rappresentazione schematica del principio di accelerazione delle particelle cariche attraverso l'uso del ciclotrone (SSC) presso iThemba LABS.
'I miei tre libri sono tutti a proposito del tempo, in essi il tempo diventa plastico, malleabile, il tempo diventa una cosa che le persone possono usare come arma, il tempo diventa una cosa dove puoi giocare a fare la guerra a cavallina, fai un balzo avanti nel tempo, arrivi lì prima del tizio che stai cercando di distruggere, aspetti e quando salta fuori, dallo spazio submetrico allo spazio metrico lo fai fuori! Quello è dove il tempo diventa un teatro di guerra'.
'Concordo sul fatto che non è solo il nostro mondo - è un area così vasta, una storia senza fine... dove ti fermi, dove inizi? una volta ancora ti fa sentire molto umile.' Jurg Wagener, Star Gazer
Salpeterkop (Saltpetre Hill) 66 millioni di anni fa era un vulcano attivo - l'ultimo dell'Africa del Sud. È interessante notare come intorno a 2 km della sua altezza siano stati erosi via, quindi stiamo guardando come se fossimo ad un livello 'profondo nella gola del vulcano'. I resti di questo vulcano sono visibili dall'area del SALT (South African Large Telescope) vicino a Sutherland.
Soutpankrater. Il nome Tswaing significa "luogo del sale" in Tswana, il Cratere era anche precedentemente noto, in lingua inglese come Pretoria Saltpan e in Afrikaans come Soutpankrater. Il Meteorite aveva probabilmente le dimensioni di una casa di grandezza media, ci avrebbe impiegato non più di 10 secondi per sbattere a terra dopo essere entrato nell'atmosfera, rilasciando l'energia di qualcosa come 100 bombe atomiche di Hiroshima. La vita nel raggio di 35 km sarebbe stata spazzata via.
'Bene, c’è un grande segno nel tempo, Soutpan Tswaing. Non so quante milioni di persone morirebbero se succedesse oggi, ma è stato 200.000 anni fa. Ho dimenticato la dimensione del meteorite, qualche migliaio di tonnellate e ha sollevato questo punto centrale e un anello di colline. Ci sono leggende - nessuno andrà li di notte. Le chiamano le colline degli spiriti.' Tom Learmont, Scrittore di Fantascienza, Johannesburg
'…sappiamo che abbiamo perso i contatti con la terra e che il sole è diventato invisibile dietro di noi. Ma proprio in questo momento le osservazioni del tenente Viljee provano che non siamo all'altezza di Urano – ma di Giove! Ancora a 140.000Km ma è così grande che possiamo osservarne l’orizzonte, addirittura il famoso cerchio sulla sua superficie. Questo significa che siamo occupati a volare verso l'interno del sistema solare – in altre parole, di nuovo sulla terra'.
Fotografia ispirata a ‘Swart ster oor die Karoo’ (Stella nera sopra il Karoo) di Jan Rabie, 1957.
Il libro racconta di una futura razza umana che deve vivere in un sistema solare in cui il sole è diventato scuro.
Questi uomini del futuro decidono di andare indietro nel tempo, di consegueza la terra smette di girare, diventando da un lato gelida e dall'altro calda. Tutto cio' con l'intento di convincere gli umani del passato a cambiare il loro modo di vivere per il bene di ciò che verrà – li portano fisicamente nel futuro mostrandogli che i nuovi esseri umani “fisicamente adattati”, per poter sopravvivere abitano tutti sottoterra.
Alcune tracce rimaste della vecchia strada principale per Sutherland - queste linee di rocce sono visibili dalla R354 attualmente in uso. L'interno della vecchia strada sembra essersi interamente rigenerato nel tempo, appare esattamente come i fynbos (vegetazione tipica della zona del Capo) che la circondano. Ci chiedevamo se alla R354 attenderà lo stesso destino.
'Il prigioniero finirà i tre mesi di duro lavoro e poi verrà spedito via. Agente, rimuovilo' Poi Loeloeraai prese per la prima volta posizione negli eventi 'Aspetta, Agente" dice "Ho qualcosa da dire al magistrato. Ufficiale" continua verso il magistrato "non ti biasimo. Stai facendo quello che percepisci come il tuo dovere. Anche io ho un dovere al quale mi sento impegnato - un impegno con me stesso e con quelli che io qui, da solo, rappresento. Nel mondo da cui provengo, rispettiamo la legge, non per timore di magistrati e agenti, di prigioni e catene, ma per amore reciproco.'
Da Loeloeraai, 1923, CJ Langenhoven
'Quando ero una giovane ragazza, non avevamo i telescopi. Avevamo un piccolo binocolo soprattutto perchè era dopo la guerra mondiale. Oggi ci sono cosi tanti telescopi - e sono meravigliosi. Da piccoli come questo, dal quale potresti vedere la luna e i pianeti, a più grandi, come quello, con il quale puoi vedere letteralmente qualsiasi cosa.' Jess van Elferen, Shopkeeper, Negozio di Telescopi, Brakpan, Gauteng.