Non si può fare a meno di chiedersi se siano state l’ironia o il fatalismo a indurre una delle più vivaci istituzioni culturali di Atene a scegliere una denominazione tedesca per definire la propria identità. Ma che la parola Kunsthalle si sposi al greco Athena lascia altrettanto perplessi, poiché colloca l’iniziativa a metà strada tra lo stereotipo internazionale della Kunsthalle – per lo più di origine nordeuropea – e la connotazione di profondo localismo indotta dal nome greco della capitale.
Kunsthalle Athena
Fondata nel 2010 da Marina Fokidis, Kunsthalle Athena è una delle più vivaci istituzioni culturali di Atene. Geografie e identità sono alla base del suo programma, come nel caso dell'ultima mostra sperimentale "This must be the place".
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- Filipa Ramos
- 20 giugno 2013
- Atene
Il desiderio di collocarsi su questa frontiera tanto instabile tra lo straniero e il regionale e di sviluppare il proprio programma e le proprie iniziative sulla linea di questa condizione ambivalente è forse uno degli aspetti più significativi di Kunsthalle Athena. Fondata nel 2010 da Marina Fokidis (già curatrice del padiglione greco della 51. Biennale d'Arte di Venezia, della terza Biennale di Salonicco e della prima Biennale di Tirana), Kunsthalle Athena fa pieno uso di ogni piattaforma e di ogni dispositivo di comunicazione a disposizione per espandersi al di là della sua posizione geografica e per raggiungere un pubblico più vasto.
Questa strategia le permette di sviluppare un programma profondamente radicato sulla scena locale, che ne analizza e discute natura e problemi. Buon esempio di questo equilibrio è la rivista South, iniziativa invernale di KA, che nei mesi più freddi chiude le sue porte fisiche trasformandosi in una pubblicazione a tema che rispecchia l’idea di Sud. Geografie e identità sono sempre alla base del programma di KA, come nel caso di This must be the place, progetto di grande mostra caratterizzato da un forte aspetto sperimentale, nel tentativo di unire le personali di tre artisti ateniesi – Katerina Kana, Thanos Kyriakides (Blind Adam) e Petros Touloudis – a una serie di altri progetti.
Una proposta che dialoga intenzionalmente con le molte stratificazioni costantemente presenti nella stupefacente, immensa, diroccata sede di Kunsthalle Athena, non solo perché l’edificio reca le tracce delle sue trascorse funzioni e destinazioni, ma anche per la presenza della deliberata scelta di conservare un’opera di ciascuna mostra e di trasformarla nell’elemento costitutivo di una specie di vetrina permanente che a poco a poco cresce e occupa lo spazio. Accade così che il video di Petros Touloudis, documento di un labirinto cieco urbano da cui non si può uscire, si sovrapponga alla scritta murale di Matthieu Laurette Let’s Make Lots of Money, acquistando un senso completamente nuovo. Oppure che Katerina Kana esponga il suo gesto meticoloso, quasi ossessivo, consistente nel ricoprire i numerosi buchi delle pareti degli spazi che occupa di plastilina a colori vivaci.
Al polo opposto del rapporto dell’artista con lo spazio si colloca l’enorme, fascinosamente futuristica scultura a forma di grande diamante allungato a spigoli vivi. Interamente fatta di grandi schegge di specchio collegate tra loro in modo da creare una forma pentagonale, XXX riflette e assorbe contemporaneamente lo spazio circostante, che si trasforma in un panorama di visioni caleidoscopiche.
Thanos Kyriakides realizza un analogo gesto di trasformazione della sede di Kunsthalle Athena, che si distingue tuttavia per la sua sottigliezza. Lavorando esclusivamente con morbidissimi fili di lana nera Kyriakides delinea architettura e materializzazioni di presenze invisibili, percepite ma non viste.
A metà tra il bozzetto e l’allusione queste opere definiscono nuovi rapporti architettonici con l’edificio, sono la presenza di un’assenza, una materialità differita che in qualche modo riecheggia l’attuale condizione di sospensione avvertibile in tutta Atene.
Nonostante questa situazione di apnea – o forse propria a causa di essa – si incontrano presenze frammentarie di suprema intensità che danno al visitatore straniero l’impressione che la città, in questo momento, sia il luogo giusto. Kunsthalle Athena ne offre alcuni dei momenti più alti e tutta la sua dinamica comunicazione esterna non è nulla a paragone di ciò che vi si vive e vi si compie realmente.
Fino al 2 agosto 2013
This must be the place
tre mostre personali di Katerina Kana, Thanos Kyriakides (BLIND ADAM) e Petros Touloudis
Opere di Sotiris Bakagiannis (incarico online del 2013), Angelo Plessas, Socratis Socratous, Maria Tzanakou
28, Kerameikou str., Kerameikos - Metaxourgeio, Athens