Simbolo della possibile rigenerazione delle città dal basso, il progetto Agrocité è stato lanciato dieci anni fa dal collettivo francese Atelier d’Architecture Autogérée (AAA) – nell’ambito della loro premiata iniziativa R-Urban – con l’intenzione di “aumentare la resilienza urbana introducendo unità di transizione ecologica gestite dagli stessi abitanti all'interno del contesto locale”, spiegano Doina Petrescu e Constantin Petcou, co-fondatori del collettivo.
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L’anno scorso l’esperimento originale era stato sradicato con la forza dalla cittadina di Colombes – nonostante le numerose petizioni e proteste – per far posto a un parcheggio temporaneo voluto dalle nuove autorità locali. Inaugurata ad aprile 2018, dopo un lungo periodo d’incertezza, la seconda edizione dell’Agrocité è stata costruita a Gennevilliers, nella periferia nord-occidentale di Parigi, dove ha trovato un terreno fertile.
Come la versione originale, questo nuovo laboratorio incoraggia la rigenerazione dell'ecosistema urbano, fornendo agli abitanti molto più di un semplice giardino comunitario dove produrre verdure a km 0. Vero e proprio hub multidisciplinare, accoglie un bar e un laboratorio in cui vengono organizzati regolarmente corsi di formazione professionale per conoscere le reti di distribuzione locali, l'apicoltura, il compostaggio e molto altro.
Nonostante sia architettonicamente identica al modello di Colombes, essendo basata su iniziative dal basso e azioni partecipative, l'Agrocité di Gennevilliers sarà però inevitabilmente diversa dalla precedente in termini culturali. Ci vorrà del tempo per ricreare il sentimento di appartenenza e i legami sociali che avevano caratterizzato il primo esperimento, ma sembra che la squadra di R-Urban, gli abitanti del quartiere, i volontari e le organizzazioni che hanno aderito all'iniziativa, siano pronti ad accettare la sfida.