Share Yaraicho, abitare condiviso

Nella prima shared house di Tokyo, Satoko Shinohara e Ayano Uchimura hanno instillato un senso di rinnovata sensibilità verso la natura e responsabilità sociale, conseguenze del razionamento energetico post-Fukushima.

La casa Share Yaraicho si trova nelle vicinanze di Kagurazaka, nel distretto di Shinjuku, in una fra le aree più densamente popolate di Tokyo. Satoko Shinohara di Spatial Design Studio e Ayano Uchimura di A studio offrono con questo progetto due riflessioni originali su alcuni tratti della trasformazione in atto nella società giapponese: interpretano sia la domanda di socializzazione degli abitanti di Tokyo, sia quella di sviluppare una sensibilità verso il risparmio energetico, necessaria dopo il tragico 11 marzo 2011.

La prima shared house a Tokyo
In risposta a una crescente domanda di pattern abitativi alternativi, Share Yaraicho è la prima shared house di Tokyo progettata in quanto tale. Può sembrare strano, ma in Giappone, tutte le altre case condivise esistenti sono il risultato di edifici adattati e trasformati. Negli ultimi anni, sia per questioni economiche e culturali, ma soprattutto per ragioni di trasformazione sociale il Giappone è cambiato e non poco, basti pensare che nel 2012 per la prima volta la percentuale di gente che vive sola a Tokyo ha superato il 50%. La stragrande maggioranza di giovani (e anziani) giapponesi vive sola e ciò rappresenta una grande differenza rispetto alla loro controparte europea o americana dove condividere lo spazio con altri colleghi di studio (o di lavoro) è una pratica diffusa. La Share Yaraicho – grazie a spazi d'incontro e convivenza – offre un'alternativa alla richiesta sempre più diffusa di contrastare un trend di solitudine sociale destinato ad aumentare negli anni a venire.

Unzip the facade
Il progetto di Shinohara e Uchimura si trova su un lotto tranquillo, ritirato dalla via centrale di Kagurazaka ed è composto di un edificio alto 10 metri, con una struttura portante in ferro – una sorta di box aperto sia sulla facciata sia sul retro – dove sono inserite sette unità spaziali. Alcune unità sono appese alla struttura in modo da lasciare spazi interstiziali per farvi scomparire mobili bassi e sedute.
Satoko Shinohara / Spatial Design Studio e Ayano Uchimura / A studio: Share Yaraicho, Tokyo
Satoko Shinohara / Spatial Design Studio e Ayano Uchimura / A studio: Share Yaraicho, Tokyo
La facciata esterna – composta da una membrana in tessuto plastico impermeabile, semi-trasparente che riflette il paesaggio esterno – contribuisce a dare un'atmosfera serena al progetto. La membrana può essere parzialmente aperta durante la stagione estiva attraverso cerniere, favorendo così la ventilazione naturale e il contatto con l'esterno. Di fatto, non vi sono una porta e solide mura, ma una cerniera che si apre per entrare all'interno. Una volta superata la facciata semi-trasparente, si viene accolti da uno spazio di transizione, arioso e a tutt'altezza che serve da buffering fra esterno ed interno. La seconda facciata presenta un alternarsi di materiali (legno e policarbonato), di trasperenze e aperture comprendenti una piccola terrazza interna. Attraverso una scala centrale, si sale ai diversi piani della casa dove si trovano le stanze da letto e gli spazi comuni, fino ad arrivare al tetto-giardino dove è possibile coltivare piante e verdura e, così facendo, rinforzare l'esperienza di vita in comune degli inquilini della casa. Con lo stesso spirito comunitario, anche i mobili della casa sono stati disegnati e costruiti dal primo nucleo degli abitanti. Gli spazi comuni della Share Yaraicho favoriscono l'interazione dei residenti ed, essendo foderati in compensato strutturale, danno un senso di calore agli ambienti.
Satoko Shinohara / Spatial Design Studio e Ayano Uchimura / A studio: Share Yaraicho, Tokyo
Satoko Shinohara / Spatial Design Studio e Ayano Uchimura / A studio: Share Yaraicho, Tokyo
Collegare dentro e fuori
Anche se la continuità del costruito con la natura delle abitazioni è un tema presente nell'architettura tradizionale giapponese, esso è oggi particolarmente raro da trovare in un set metropolitano avanzato come Tokyo. Ma l'area di Kagurazaka è fra le poche zone sopravvissute a terremoti, incendi, bombardamenti e "metropolizzazione", al punto da conservare ancora tracce consistenti di un tessuto urbano e sociale che risale al periodo Edo fatto di piccole strade curve, scalinate, giardini, case in legno e senso della comunità. Qui non solo si trovano ancora tracce della pavimentazione originale ishidatami ("tatami in pietra"), ma resistono anche alcune atmosfere del periodo Edo: basti pensare che è ancora possibile incontrare regolarmente donne in kimono e a volte pure geishe. Shinohara e Uchimura – attraverso le scelte compositive e gli accorgimenti sull'utilizzo dei materiali – hanno instillato nella loro architettura un senso di rinnovata sensibilità verso la natura e di responsabilità sociale dovuta all'effetto del razionamento energetico post-Fukushima e alla voglia di stare insieme.

La Shared Yaraicho funziona molto bene durante i mesi più caldi, seguendo quella tradizione che vuole la casa giapponese costruita per contrastare non il freddo invernale ma bensì l'umidità e l'afa estiva. Ricorda lo scrittore Junichiro Tanizaki che provare un certo freddo a casa fa parte dell'estetica tradizionale giapponese: e così è d'inverno anche nella Share Yaraicho, dove però in compenso il calore è umano. Salvator-John A. Liotta, architect and senior researcher at the University of Tokyo
Satoko Shinohara / Spatial Design Studio e Ayano Uchimura / A studio: Share Yaraicho, Tokyo
Satoko Shinohara / Spatial Design Studio e Ayano Uchimura / A studio: Share Yaraicho, Tokyo
Architetti: Satoko Shinohara / Spatial Design Studio + Ayano Uchimura / A studio
Cliente: privato
Area di progetto: 128.60 mq
Area costruita: 76.68 mq
Completamento: 2012
Struttura: acciaio
Ingegneria strutturale: Ohno Japan
Azienda costruttrice: Link Power

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