Si trova poco fuori dal centro, in una zona abbastanza vicina a quello che si potrebbe considerare il centro storico, se si vuol mettere a confronto una vecchia idea di città con una nuova concezione. E, tuttavia, è posizionato a una tale distanza di rispetto dalle preesistenze da poter proclamare una nuova concezione urbana. Una condizione non dissimile da altre situazioni generali del trasporto pubblico si condensa in un paradigma urbano valido per le analoghe aree diffuse nel tessuto europeo.
L'edificio s'inserisce in un piano regolatore, ma in realtà lo anticipa. Come un messaggero annuncia una realtà futura: quella del piano regolatore elaborato dallo stesso studio. In tutta la sua evidenza, l'edificio mostra in sé l'idea di una città fatta di palazzi con vie strette. Esprime una densità ottenuta e come argomenti non usa gli esercizi di espressione personale e di altezza, ma piuttosto l'intensa urbanizzazione e l'uso massimizzato delle disponibilità. Ma non lo fa ancora del tutto: per ora l'edificio comunica qualcosa che verrà.
Anche se l'idea stessa di palazzo è il cuore della sua forma urbana, l'edificio in sé e per sé non vi si adatta: il sito è troppo piccolo. Le vie e la topografia che l'edificio fronteggia non sono usate per conferire al progetto la sua forma principale pura e semplice, sono piuttosto intese come accidenti in relazione con un paradigma che non ha reale importanza. Col tempo le cose cambieranno; per ora il loro impatto viene semplicemente raffigurato.