La curatrice Rachele De Stefano: “Siamo tutti rifugiati climatici”

Per rispondere al cambiamento climatico, ma anche agli sconvolgimenti sociali, è necessario creare "cittadini resilienti" tramite la condivisione di saperi

Rachele De Stefano è la responsabile del settore Architettura di ECC. Veneziana di nascita, una laurea in Economia e Gestione delle Arti e delle attività culturali a Ca’ Foscari e un Master in Cultural economics and entrepreneurship alla Erasmus Universiteit di Rotterdam, è anche coinvolta direttamente in “Time, Space, Existence” in qualità di membro della squadra curatoriale.
Proprio a lei abbiamo fatto qualche domanda per investigare la natura del progetto. Prima di tutto, qual è il rapporto tra “Time Space Existence” e la Biennale Architettura?
La mostra era nata a suo tempo come evento collaterale della kermesse veneziana mentre oggi è una rassegna parallela ma del tutto indipendente. Il rapporto di collaborazione proficua comunque continua: diamo innanzitutto una piattaforma ai Paesi che, pur rientrando nel programma ufficiale della Biennale, non trovano spazio nel perimetro delle sue sedi tradizionali. Come il Padiglione nazionale del Pakistan, che quest'anno ospitiamo nelle nostre sale con l’esposizione “Mapping Festivities”. 
Nell’ambito di una lunga collaborazione con la Fondazione Mies van der Rohe, inoltre, siamo partner del programma YTAA - Young Talent Architecture Award, esso stesso un evento collaterale alla Biennale, ospitando l’omonima mostra e la cerimonia di premiazione (28 settembre, Palazzo Michiel).  

Rachele De Stefano, responsabile del settore Architettura di ECC Italy e tra i curatori di "Time Space Existence" (© Federico Vespignani)

In “Time Space Existence” trovano spazio architetti, ingegneri e artisti visionari. Qual è la ratio di questa commistione?
È importante per noi ampliare il punto di vista, passando dalla sola lente della progettazione propriamente detta a quella dell’arte, in un dialogo fecondo fra le due dimensioni. L’obiettivo è dare respiro alla visione, con suggestioni e contaminazioni reciproche che possano trovare una sintesi e un linguaggio comune nella ricerca di soluzioni condivise.
È proprio l’eterogeneità dei contributi ad allargare l’orizzonte. Laddove l’architetto e l’ingegnere individuano soluzioni sul come ripensare il nuovo mondo, l’artista propone suggestioni, a volte poetiche, a volte utopiche, a volte ironiche o provocatorie. E com’è, dunque, questo nuovo mondo che emerge dalla rassegna?
Dalla mostra non deriva una ricetta pronta all’uso. Portando in dote voci e storie differenti, da tutti gli angoli del mondo, “Time Space Existence” si propone piuttosto come occasione per riflettere sull’esistenza, ridefinita da una percezione contemporanea del tempo e dell’interazione in spazi fisici e virtuali, un laboratorio di idee e una fonte di ispirazione per un cambio di paradigma necessario.
Più in concreto, diversi progetti provano a dare risposta alle sfide poste dal cambiamento climatico, promuovendo un’idea di “Città verde”, che abbia grande attenzione alla sostenibilità; “Città blu”, che valorizzi le risorse idriche; e "Città resiliente", che sappia coltivare la coesione e l’inclusione sociale. Qual è il ruolo dell’architettura in questa disruption?
L’invito è a riconsiderare, in architettura, l’idea di permanenza, spostando il focus dalla resilienza delle città alla resilienza dei cittadini. Solo attraverso strategie collaborative, condivise e partecipate, è possibile generare luoghi urbani capaci di rispondere a condizioni sociali, territoriali e climatiche tanto dinamiche quanto quelle attuali. Una svolta in questo senso, più ancora che un risultato materiale, può produrre una capacità diffusa di resilienza. Siamo tutti rifugiati climatici: il citizen-making procede di pari passo con il place-making attraverso la coproduzione di sapere.

  • "Time Space Existence"
  • ECC Italy
  • Benedetta Bianchi, Bianca Bonaldi, Rachele De Stefano, Hady El Hajj, Bérénice Freytag, Yuki Gómez Asami, Ilaria Marcatelli, Vittoria Mastrolilli, Lucia Pedrana, Martina Rodella, Valeria Romagnini, Suzanne van der Borg, Elena Volpato, Katerina Zachou
  • Fino al 21 Novembre 2021
  • Palazzo Mora, Palazzo Bembo, Giardini della Marinaressa, Venezia

Immagine di aperturaWatershed Urbanism, il progetto curato
da Adrian Parr che presenta progetti pionieristici per ambienti
che possono espandersi integrando organicamente i loro corsi d'acqua.
In mostra a Palazzo Bembo