Utopia di terra

Gando, in Burkina Faso, è il laboratorio sperimentale di Diébédo Francis Kéré. Qui è nato e qui torna, ogni anno, per condividere con la sua gente nozioni apprese altrove. Nei suoi edifici africani, interpreta questo patrimonio di conoscenze nel rispetto di una cultura profondamente radicata nel territorio.

Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 962, ottobre 2012

Sono passati più di dieci anni da quando Francis Kéré ha costruito la sua prima scuola in Burkina Faso. Nel 1998, a Gando — il villaggio dove è nato a 200 chilometri a ovest di Ouagadougou, la capitale del Paese — l'architetto progettò una struttura scolastica in argilla, che fu poi costruita nel 2001 con l'aiuto degli abitanti e di Schulbausteine für Gando, associazione che egli creò a questo scopo. Fino a quel momento, diverse persone avevano guardato al suo lavoro con sufficienza. L'edificio in argilla, invece, ha resistito alla prima stagione delle piogge e altri gli sono sorti accanto: l'ampliamento della scuola elementare, le abitazioni degli insegnanti e un ambulatorio medico; e presto saranno pronti anche una biblioteca e un centro per le donne.

L'architetto, che ha ricevuto diversi premi, sta inoltre realizzando a Gando la sua più grande struttura in argilla: un istituto d'istruzione superiore per oltre 1.200 alunni, composto da elementi prefabbricati in terra cruda e cemento. Il villaggio di Gando è il cantiere di Kéré che, nella sua architettura, combina quel che ha visto in Europa con quel che gli mette a disposizione l'Africa. La biografia di Kéré sembra tratta da un film. Da ragazzo, l'architetto, oggi di successo, era affidato a una famiglia nel capoluogo di provincia Tenkodogo, dove durante la settimana frequentava la scuola, mentre nel weekend riparava le abitazioni in argilla danneggiate dalle piogge. "Per rinnovare le case della famiglia che mi ospitava, mi procuravo io i materiali", ricorda. "Andavo a prendere la ghiaia, la sabbia e, soprattutto, l'argilla. Alla fine di ogni stagione piovosa, gli edifici dovevano sempre essere aggiustati. Mentre lavoravo, presi la ferma decisione che, un giorno, avrei costruito case migliori".

Alla fine degli anni Novanta, Diébédo Francis Kéré emigra in Germania con una borsa di studio. Si ferma prima a Monaco di Baviera, poi consegue il diploma di maturità in un istituto serale di Berlino. Nel 1995, s'iscrive alla facoltà di Architettura della Technische Universität della capitale tedesca dove, nel 1998, ancora studente, fonda Schulbausteine für Gando. Nel 2001, costruisce la sua prima scuola nel suo villaggio natale, progetto che tre anni dopo, nel 2004, gli vale l'Aga Khan Award for Architecture, l'equivalente islamico del Premio Pritzker.
In apertura e qui sopra: la biblioteca del campus di Gando fa da cerniera tra la scuola elementare e il suo ampliamento. L’effetto di frammentazione della luce è stato realizzato incassando dei vasi in terracotta di fattura artigianale e privi di fondo nella soletta del tetto. Quest’ultimo è poi protetto con una seconda copertura in policarbonato traslucido. Qui sopra: photos Kéré Architecture
In apertura e qui sopra: la biblioteca del campus di Gando fa da cerniera tra la scuola elementare e il suo ampliamento. L’effetto di frammentazione della luce è stato realizzato incassando dei vasi in terracotta di fattura artigianale e privi di fondo nella soletta del tetto. Quest’ultimo è poi protetto con una seconda copertura in policarbonato traslucido. Qui sopra: photos Kéré Architecture
"Il mio obiettivo era accumulare sapere per aiutare la mia gente. Quando ho deciso di realizzare il mio primo progetto in Burkina Faso, mentre ancora ero all'università, a Berlino non mi ha creduto nessuno", racconta Kéré. "Nel 2000 ho incominciato a raccogliere fondi per la costruzione e, un anno dopo, l'edificio era terminato. Molti non sanno affatto che mi sono laureato solo nel 2004". Dopo aver preso la decisione di non tornare in Burkina Faso, lo studio di Berlino è diventato la sua stanza dei bottoni. "Qui ho accesso a informazioni, strumenti di comunicazione e tecnologia. Inoltre, è necessario rimanere qui per essere percepito come architetto in Europa". Per Kéré è importante poter insegnare alle persone del suo Paese cose che, in seguito, potranno realizzare in autonomia: non vuole semplicemente importare architetture prefabbricate dall'Europa all'Africa. "Sarebbe stato il percorso sbagliato. In Europa, potevo solo ricevere stimoli, ma dovevo trovare io la mia strada", afferma. "All'epoca, in Germania, soltanto Gernot Minke, a Kassel, si occupava di costruzioni in terra. Era considerato il 're dell'argilla'. Ma, poiché i suoi sistemi costruttivi non si adattavano alla mia regione, ho studiato per conto mio. Ho visitato il Brandeburgo, per capire come producono il laterizio. In una fabbrica di Blindow, vicino a Potsdam, mi hanno dato molte idee e consigli. Mi hanno insegnato la produzione dei mattoni, l'essiccamento, la cottura, la conservazione, il trasporto e il processo finale".
Una catena di persone partecipa alla realizzazione dei muri esterni dell’istituto di educazione superiore, che Kéré sta costruendo nel campus scolastico del villaggio di Gando. Il progetto prevede la realizzazione di 12 aule suddivise in cinque padiglioni, un’aula magna e alcune strutture di servizio. Photo Kéré Architecture
Una catena di persone partecipa alla realizzazione dei muri esterni dell’istituto di educazione superiore, che Kéré sta costruendo nel campus scolastico del villaggio di Gando. Il progetto prevede la realizzazione di 12 aule suddivise in cinque padiglioni, un’aula magna e alcune strutture di servizio. Photo Kéré Architecture
Tornato in Africa, l'architetto sviluppa un'idea centrale per il suo primo edificio scolastico, idea che diventerà il fil rouge di tutti i suoi progetti. Kéré non lavora contro, bensì con il clima: integra aerazione con ventilazione, in modo che il vento percorra gli edifici. Le alte aperture sulla facciata garantiscono la ventilazione, mentre le strette aperture sul soffitto consentono all'aria interna più calda di sfumare verso l'alto. Il risultato è una ventilazione naturale che assicura un costante ricambio di aria, rendendo piacevole il tempo trascorso in classe. Il successo ottenuto dalla prima scuola apre le porte a nuovi progetti. La struttura era pensata per un massimo di 120 alunni, ma già dopo due anni in questo edificio studiavano e giocavano oltre 300 bambini. Kéré ha avviato subito un ampliamento. Oggi 540 scolari frequentano la scuola elementare e 300 quella secondaria (di cui è in costruzione il primo padiglione di una nuova sede), molti dei quali vengono da fuori. Innanzitutto, però, bisognava costruire in fretta degli alloggi per gli insegnanti, affinché potessero abitare nel villaggio. "La maggior parte dei maestri voleva vivere in città, perché lì avevano energia elettrica, acqua corrente e un miglior accesso ai generi alimentari. Ma, in questo modo, arrivavano sempre in ritardo", spiega l'architetto.
Kéré non lavora contro, bensì con il clima: integra aerazione con ventilazione e fa in modo che il vento corra attraverso gli edifici
Lavori di costruzione della scuola superiore
Lavori di costruzione della scuola superiore
Nelle case degli insegnanti, Kéré ha sperimentato un diverso linguaggio formale; in fin dei conti, un'abitazione richiede un'estetica diversa da quella di un edificio pubblico, come una scuola. "In queste costruzioni, abbiamo adottato tetti a botte e siamo curiosi di vedere se gli abitanti del posto li accetteranno e, ancor meglio, se li riprodurranno. Grazie al modo in cui sono costruite, queste abitazioni hanno un clima molto piacevole e la gente le ha ribattezzate 'i frigoriferi di Gando'. Oggi non c'è più nessun insegnante che vive in città. Stanno bene lì, nel villaggio". Per la biblioteca, Francis Kéré ha integrato un nuovo elemento formale nella costruzione in argilla. L'edificio era un ampliamento urgente e necessario, perché solo pochissimi studenti possono permettersi di comprare i libri. Rotondi vasi d'argilla, di diverse dimensioni, sono stati divisi a metà e incorporati nel tetto. Attraverso le aperture nel soffitto entra aria fresca e una luce indiretta illumina gli spazi. Come in un caleidoscopio, le fessure creano un gioco di luci che fluttua su pavimento e pareti. Al di sopra, si trova un secondo tetto di policarbonato ondulato traslucido, che protegge l'edificio dal forte calore del sole e dai danni dell'acqua nella stagione delle piogge. "La costruzione è una sala di lettura, un luogo dove conservare i libri", racconta Kéré, "e funziona anche da collegamento tra le prime due strutture scolastiche". Oltre alle scuole e alle abitazioni per gli insegnanti, negli ultimi anni a Gando sono spuntati nuovi pozzi e un ambulatorio medico. Adesso queste strutture verranno coronate da un'oasi molto speciale: nel 2014, nel villaggio sorgerà un istituto di educazione superiore e questo, ricordiamolo, in un Paese in cui l'analfabetismo supera il 70%. Le prime pareti realizzate sono state ricoperte con una pellicola di plastica nera, per proteggere l'argilla dalla pioggia, fino a quando non verrà costruito il tetto.
L’architetto burkinabé ha sempre costruito i suoi progetti con mattoni d’argilla reperita sul luogo, ma per la scuola d’educazione superiore ha cambiato metodo costruttivo: tratta l’argilla come fosse cemento gettato in opera. La rafforza con ghiaia, calcestruzzo, sabbia e calce, per poi gettare la miscela in casseforme metalliche riutilizzabili
L’architetto burkinabé ha sempre costruito i suoi progetti con mattoni d’argilla reperita sul luogo, ma per la scuola d’educazione superiore ha cambiato metodo costruttivo: tratta l’argilla come fosse cemento gettato in opera. La rafforza con ghiaia, calcestruzzo, sabbia e calce, per poi gettare la miscela in casseforme metalliche riutilizzabili
Prendendo spunto dall'organizzazione delle fattorie circostanti, un muro di delimitazione offre riparo dal vento, dalla polvere e dal paesaggio aperto. Poiché la tempesta di sabbia arriva da nord-est, questo istituto è orientato verso ovest, come tutti gli altri insediamenti colonici del Burkina Faso. Il plesso è costituito da 12 classi, una costruzione rotonda per l'aula magna, una struttura con le abitazioni degli insegnanti e un magazzino. Dietro alle classi sono state progettate piccole nicchie da usare come luoghi di ristoro; lamelle disposte a ventaglio, e composte da rami di eucalipto, creano piacevoli zone ombrose. Anche tra una classe e l'altra esistono isole, in cui i ragazzi possono incontrarsi per studiare o giocare. "Un paesaggio artificiale protegge l'edificio da vento e polvere. Sotto questo 'paesaggio', passano dei canali d'aria che servono a rinfrescare gli spazi interni", racconta Kéré, non senza orgoglio. Rispetto agli altri progetti, questa struttura presenta una differenza sostanziale. Questa volta Kéré tratta l'argilla, sua materia prediletta, come fosse cemento. "Adesso non facciamo più muri di mattoni, si getta soltanto. L'argilla non deve neanche più essere setacciata. Aggiungiamo alla terra, così come arriva dalla cava, ghiaia, calcestruzzo, sabbia e calce. Questo la rende più compatta, fa risparmiare sui processi di lavorazione ed è un procedimento semplice. Alla fine, non dovevamo neanche più tracciare lo spessore delle pareti, perché i murarori locali sapevano perfettamente come procedere". Anche il sistema di aerazione è molto diverso. Un canale sotterraneo porta aria fresca nelle stanze interne. L'erba e alcune piccole piante, coltivate davanti all'apertura del canale nel terreno, purificano l'aria dalla polvere della savana prima che inizi a circolare sotto terra. "In Burkina Faso, l'aria esposta direttamente al sole è caldissima, intorno ai 45 °C. Nel canale sotterraneo, si rinfresca fino a 35 °C, dando così un notevole sollievo alla gente", afferma Kéré.
L’edificio che ha dato il via al campus di Gando è una scuola elementare: completata nel 2001, ha richiesto immediatamente un ampliamento, sopra. La costruzione presenta una doppia copertura: una soletta in mattoni voltata a botte e una tettoia metallica, la cui struttura ramificata evoca quella degli alberi. Photo Erik-Jan Ouwerkerk
L’edificio che ha dato il via al campus di Gando è una scuola elementare: completata nel 2001, ha richiesto immediatamente un ampliamento, sopra. La costruzione presenta una doppia copertura: una soletta in mattoni voltata a botte e una tettoia metallica, la cui struttura ramificata evoca quella degli alberi. Photo Erik-Jan Ouwerkerk
Questo sistema di condizionamento naturale dell'aria fa uso anche di acqua freatica, che viene pompata verso l'alto da una turbina eolica, scorrendo poi nei canali scavati intorno alla scuola. In questo modo, l'acqua, che viene utilizzata innanzitutto per irrigare, contribuisce anche a rendere più freschi gli edifici: arriva, infatti, nei canali dove evapora a contatto con l'aria, raffreddandola di diversi gradi—una forma antica di millenni di aria condizionata naturale, che gli esperti chiamano evaporative cooling. Inoltre, in un basamento di terra sono state installate delle giare di argilla che verranno riempite di acqua piovana, durante la stagione delle piogge, o di acqua dei pozzi, in quella secca. Attraverso piccole fessure e la porosità del materiale, i vasi rilasciano goccioline d'acqua che penetrano nei canali d'aria. "I vasi d'argilla 'sudano' da soli", spiega Kéré. "L'acqua si raffredda già nei vasi, e sgocciola sotto terra. Il fresco evaporato può essere poi condotto nelle stanze". Si potrebbe parlare di un corrispettivo africano del sistema occidentale di riscaldamento sotto pavimento.
Interno della biblioteca
Interno della biblioteca
Il rimboschimento del terreno circostante è un elemento importante del progetto, teso a contrastare la desertificazione causata dall'eccessiva deforestazione della savana. Con l'aiuto di sistemi d'irrigazione il campus deve diventare un'oasi di verde, in cui crescono manghi e alberi. "Grazie alla tecnologia a goccia non è più necessario annaffiare le piante ogni giorno. I serbatoi devono essere riempiti solo una volta alla settimana. È previsto che una pompa eolica spinga verso l'alto l'acqua, aspirandola da un pozzo profondo ben 50 metri, per poi accompagnarla verso i canali refrigeranti". Questo sistema è facile da gestire. "Le persone di Gando non sono costrette ad aspettare l'arrivo di uno specialista, se sorgono dei problemi. Questo accade, spesso, in progetti di sviluppo nati con le migliori intenzioni. Nessuno è in grado di eseguire la manutenzione dell'impianto, figurarsi se si riesce a ripararlo. Il nostro sistema, invece, continua a funzionare da solo. Questa è sostenibilità!". Nel suo villaggio natale, Francis Kéré non costruisce un mondo perfetto, ma uno migliore. La paura del fallimento è grande: in Africa, si fa presto a essere derisi. "Ho un'enorme responsabilità. Se fallisco qui, mai più nessuno della mia cultura farà qualcosa di grande per questa comunità. Non posso provare a fare qualcosa, dire che funziona e poi andarmene, come fanno molti europei". Negli ultimi dieci anni, il villaggio isolato di Gando è cambiato molto. La scuola elementare è diventata un centro di formazione ed esami per tutta la regione. Nel paesino si organizzano tornei di calcio, campionati e altre manifestazioni. Un po' distante dalle scuole, Kéré sta lavorando a un nuovo progetto: un centro d'assistenza femminile, dove le donne possano imparare a leggere e a scrivere, incontrarsi e scambiarsi esperienze. Anche l'ufficio della cooperativa delle donne del villaggio avrà sede lì. L'architetto ne è particolarmente orgoglioso: "Diventerà un palazzo reale. È il mio progetto preferito perché è per le donne!".
All’interno del campus, Kéré ha realizzato anche sei casette, destinate ad accogliere gli insegnanti e le loro famiglie. Costruite sul confine meridionale del complesso, lungo una linea ad arco, presentano un tetto a botte. 
I muri hanno uno spessore di 40 cm e sono composti da blocchi di terra, eretti sopra fondazioni in pietra. Photo Erik-Jan Ouwerkerk
All’interno del campus, Kéré ha realizzato anche sei casette, destinate ad accogliere gli insegnanti e le loro famiglie. Costruite sul confine meridionale del complesso, lungo una linea ad arco, presentano un tetto a botte. I muri hanno uno spessore di 40 cm e sono composti da blocchi di terra, eretti sopra fondazioni in pietra. Photo Erik-Jan Ouwerkerk
Ampliamento della scuola elementare:
Architetto, Strutture, Impianti, Direzione di cantiere, Progettazione del paesaggio: Kéré Architecture
Cliente: Schulbausteine für Gando e.V. / Sponsor: Hevert Arzneimittel GmbH und Co. KG
Superficie costruita: 318 mq (lorda)
Costo: € 50,000
Progetto: 10/2006—03/2007 Realizzazione: 03/2007—12/2008

Biblioteca:
Architetto, Strutture, Impianti, Direzione di cantiere, Progettazione del paesaggio: Kéré Architecture
Team di progetto: Francis Kéré, Dominique Mayer, Yasmin Bremer
Cliente: Schulbausteine für Gando e.V. / Sponsor: Hevert Arzneimittel GmbH und Co. KG
Superficie costruita: 640 mq (lorda)
Costo: € 30,000
Progetto: 04/2010—12/2010
Realizzazione: 12/2010—in costruzione


Scuola superiore:
Architetto, Strutture, Impianti, Direzione di cantiere, Progettazione del paesaggio: Kéré Architecture
Team di progetto: Francis Kéré, Dominique Mayer, Ines Bergdolt, Pedro N. Montero Gosalbez, Emmanuel Dorsaz, Claudia Buhmann, Dessi Slawa
Cliente: Schulbausteine für Gando e.V. / Sponsors: Frank Elstner, Hevert Arzneimittel GmbH und Co. KG
Superficie costruita: 4,800 mq (lorda)
Costo: € 600,000
Progetto: 12/2010—05/2012
Realizzazione: 05/2012—in costruzione

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