La natura non parla il linguaggio dell’essere umano e noi, creature ingenue, non siamo altro che un elemento minuscolo all’interno del complesso sistema che è l’universo. Nonostante i nostri disperati tentativi di controllare la natura, di ignorarne le leggi, di auto-convincerci di poter determinare il corso della nostra esistenza, rimaniamo funamboli costantemente appesi sull’orlo del chaos, sopraffatti dalla consapevolezza della nostra condizione di impotenza. Qual è allora il futuro che ci attende?
La natura non parla umano
“See Yourself E(x)ist” alla Pratt Manhattan Gallery propone una visione di come la relazione uomo/natura si evolverà in futuro.
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- Claudia Mandelli
- 01 febbraio 2018
- New York
Nella mostra “See Yourself E(x)ist” curata dalla scrittrice, film maker e architetto newyorkese Madeline Schwartzmann ora in corso presso la rinomata Pratt Manhattan Gallery, diciotto artisti presentano la propria visione di come la relazione uomo/natura si evolverà in futuro, riflettendo sui concetti di trasformazione, evoluzione e declino. Non si contano, infatti, i tentativi di noi esseri umani di prolungare la nostra permanenza su questo pianeta: sconvolgenti, e tuttavia vani, sono i progressi tecnologici degli ultimi decenni, e al tempo stesso, grazie all’uso di nanotecnologie, cibernetica e simili, si fa sempre più tangibile, quantomeno a livello teorico, la possibilità di un’esistenza post-umana.
Robotica, protesi, congegni elettronici, installazioni, video, sculture e dipinti: la mostra è una collezione straordinaria di artefatti dal forte carattere poetico che generano nello spettatore un senso di profondo stupore. Nel lavoro di Nobumichi Asai, ad esempio, il volto umano si trasforma in una tela bianca, il cui aspetto viene modificato dall’artista attraverso un processo di morphing reso possibile dalla tecnologia di riconoscimento facciale in tempo reale; Lee Griggs presenta dei ritratti umanoidi dall’aspetto deformato e dalla consistenza misteriosa creati al computer, offrendo così un invito a riconoscere e ricordare il carattere mutevole della nostra esistenza; oppure ancora il progetto “Metamorfosi Vegetali” del duo di designer Lanzavecchia + Wai: grazie a questo set di protesi da applicare sulle dita – che si ispira al funzionamento delle piante, assumendo l’aspetto di radici e foglie –, il corpo umano è in grado di recuperare la relazione simbiotica con la natura che lo circonda e del quale fa parte.
- See Yourself E(x)ist
- Madeline Schwartzmann
- Nobumichi Asai, Alan Berliner, Michael Candy, Fantich & Young, Kathryn Fleming, Gijs Gieskes, Lee Griggs, Ann Hamilton, Dorry Hsu, John Jerard, Lanzavecchia + Wai, Lorenzo Oggiano, Jaime Pitarch, Andrew Quitmeyer, Madeline Schwartzman, and Allan Wexler
- fino al 17 febbraio 2018
- Pratt Manhattan Gallery
- 144 West 14th Street, NY