La reazione politica internazionale al terremoto di Skopje del 1963 ha profondamente segnato la città. Nel momento in cui la Guerra Fredda aveva raggiunto il suo picco di tensione, gli sforzi internazionali per la ricostruzione servirono per perseguire una stabilità politica a livello mondiale. Con l’aiuto delle Nazioni Unite, il governo jugoslavo adottò il piano di ricostruzione di Kenzo Tange che, con i suoi edifici brutalisti, fece di Skopje una metropoli moderna e utopistica.
Dall’indipendenza della Macedonia nel 1991, la politica nazionalista ha mutato l’identità architettonica di Skopje. L’architettura socialista e internazionale della ricostruzione non era più adatta a rappresentare l’identità macedone. Con la sua lenta transizione politica, nel 2010 il governo ha annunciato un piano di rinnovamento urbano, Skopje 2014, che sta trasformando il patrimonio brutalista di Skopje in edifici neo-neoclassici. Il risultato è un ambiente urbano confuso e frammentario che crea una lacerazione tra la società e l’architettura. Questo, insieme a una giovane e incerta situazione politica, ha un impatto sui valori personali e socio-culturali degli abitanti. Dal suo annuncio, il piano ha suscitato forti critiche. Ci sono state manifestazioni in città, che di recente sono diventate la Rivoluzione Colorata contro l’austerità e l’impoverimento culturale.
Anna Positano (Genova 1981) è un’artista e ricercatrice indipendente laureata in architettura e fotografia. Il suo lavoro indaga l’influenza reciproca tra paesaggio e società, ed esplora i luoghi del quotidiano attraverso la fotografia e il video. I suoi progetti sono stati esposti a livello internazionale. Oltre alla pratica artistica e di ricerca, lavora su commissione per architetti e riviste.