Inaugurated on the 21st of april 1960, Brasilia was designed as a capital for a country that wanted to be modern at all costs. Fifty years later, Iwan Baan guides us along the avenues with the lens of his camera. The Dutch photographer is collaborating with Swiss publisher Lars Müller on the production of a book (titled "Brasilia–Chandigarh. Living with Modernity") which, through his images and the texts by Cees Nooteboom, a comparison is drawn between Brasilia and Chandigarh, two capital cities built from scratch.
Brasilia fu il sogno di tre persone: di un politico volitivo, Juscelino Kubitschek, che da presidente del Brasile volle costruire nel cuore del suo paese una capitale dal nulla; di un architetto, Oscar Niemeyer, che viveva con la matita da schizzo in mano e che aveva così paura di viaggiare in aereo da raggiungere, spesso, il cantiere dopo tre giorni di auto; di un urbanista illuminato, Lucio Costa, che univa alla visione di una città futuristica una profonda conoscenza della storia del suo paese.
Inaugurata il 21 aprile del 1960, Brasilia fu immaginata per una nazione che voleva, a tutti i costi, essere moderna: sono passati cinquant’anni e Iwan Baan ne ha ripercorso il presente attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica. Il giovane fotografo olandese sta, infatti, preparando un libro (intitolato "Brasilia–Chandigarh. Living with Modernity") per l’editore svizzero Lars Müller nel quale, attraverso le sue immagini e i testi di Cees Nooteboom, si metteranno a confronto le capitali di nuova fondazione Brasilia e Chandigarth.