Guido Cagnacci

Nel giorno dell’anniversario della sua nascita ricordiamo uno dei pittori più erotici della storia dell’arte: Guido Cagnacci. Dalle opere più religiose a quelle più profane il maestro barocco rompe le regole dell’iconografia classica.

A Santarcangelo di Romagna, una piccola cittadina nella provincia di Rimini sulla via Emilia, il 19 Gennaio 1601 nasce Guido Cagnacci.

Maestro anticonvenzionale dell’arte barocca, erotico e sensuale, Cagnacci rivoluziona l’arte del XVII secolo attraverso un linguaggio pittorico che guarda ai grandi maestri del suo tempo come Guido Reni, Guercino, i fratelli Carracci, ma ne stravolge il senso, il tratto, attraverso pennellate dense, cariche di passione che toccano sia i soggetti religiosi che quelli più profani.

La Maddalena è per l’artista emiliano un soggetto estremamente affascinante, tanto che la raffigura in più opere e in diverse versioni, tra cui quella conservata all’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera dove la ritrae durante la sua assunzione in cielo.

La santa è nuda, con un solo velo di colore blu intenso che le avvolge la vita. Un angelo, coperto anch’egli da un solo drappo ma di colore rosso, la sorregge durante la sua ascesa in cielo. Nulla torna alla classica raffigurazione sacra se non i lunghi capelli tipici della Maddalena.

I due corpi s’intrecciano, si toccano, si legano, si stringono in un abbraccio dove i colori caldi dell’angelo avvolgono quelli più freddi della Maddalena. L’elemento erotico è predominante e argomenta l’intera opera.

Maestro anticonvenzionale dell’arte barocca, erotico e sensuale, Cagnacci rivoluziona l’arte del XVII.
Guido Cagnacci, Morte di Cleopatra, 1660 circa

Passando ai soggetti più profani rintracciamo un’opera di straordinaria fama: La Morte di Cleopatra. Anche questo soggetto viene argomentato in più versioni, di cui una conservata alla Pinacoteca di Brera e una al Kunsthistorisches Museum di Vienna.

“Il morso dell’aspide, che induceva nelle membra un torpore sonnolento e un deliquio dei sensi, senza per questo arrecare spasimo o provocare gemiti; non appariva che un lieve sudore alla fronte, mentre le facoltà percettive svanivano, si rilasciavano dolcemente, e resistevano a ogni tentativo di risvegliarle e richiamarle in vita, come chi dorme profondo” (Plutarco, Vita di Antonio).

Entrambe le opere sono del 1660 ma solo una delle due risulta carica di erotismo, quella austriaca. Un gioco di mani argomenta la scena, un fondo scuro dove il naturalismo dei pittori caravaggeschi prende il sopravvento. Un dipinto sensuale, tattile, elegante. Cleopatra ed alcune delle sue ancelle vengono ritratte seminude, i seni scoperti e i capelli raccolti, così da lasciare bel in vista il collo.

Cleopatra, ormai morta, mantiene la sua sensualità con una posa suadente. La descrive William Shakespeare come colei che “affama quanto più soddisfa/ Le cose vili, in lei, diventano bellezza” (Antonio e Cleopatra, Atto II scena II)

Il centro dell’opera è segnato dalle linee degli sguardi delle donne che puntano sul serpente ancora avvolto al braccio della regina e le stesse figure, attraverso le loro mani, formano una corona emozionale.

Guido Cagnacci è riuscito a rendere visibili i sentimenti, le passioni e le emozioni attraverso una pittura dall’estasi mistica, eloquente ed erotica diventando nel tempo un elemento unico e irripetibile.

Immagine di apertura: Guido Cagnacci, Santa Maria Maddalena portata in cielo dagli angeli, 1650 circa

Ultimi articoli di Arte

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram