Curator Gjergji Bakalbashi, assisted by Enida Mitro and
Egest Gjinali, grasped the opportunity of the Biennale to
include Tirana in the debate on transforming the
contemporary city. The title of the Albanian Pavilion,
Beyond Color, was inspired by the renewal of the
Albanian capital launched by mayor-artist, Edi Rama, who
decided colour was the way to change its urban image. The
Biennale invitation offered a pretext to ask architects,
students and artists – still living in Albania, emigrated and
from other countries – to compose a mosaic of possible
changes for the city’s future.
The Biennale offered the opportunity to discuss the
potential for change in a city that, in the space of the few
years since its admission to the market economy, has seen
its population grow from just over 200,000 to more than a
million.
The analysis of the possible future of the Albanian capital –
which has rapidly abandoned its colourless image in favour
of chromatic exuberance, from monotonous Socialist
buildings to speculative abundance based on the maxim
“build as much as you can” – was based on the initiatives
of its Mayor, who has put Tirana on the contemporary
artistic map by calling on artists and architects to revamp
its image. With the same spirit seen in the huge urban-
camouflage project that must be credited with reawakening
dormant energy in the debate on Tirana’s future, the
curators ask what comes next - not only in terms of the
reaction that followed the denial of colour in the years
spent under Soviet influence but also of the Wild-West
approach witnessed in its early years of Capitalist living.
The exploration of architects and artists is illustrated in a
number of videos showcasing the need for renewal and the
changes possible via a number of precise actions that
identify public space as the resource that can inject fresh
life into the urban fabric.
Helidon Gjergji, an artist, worked on the reversible concept
of inside and outside to extend the energy of colour from
the house fronts to city life. In the video Tirana: Filling
the Gaps, Edgar Sarli and Tamar Loeb, architects,
sought a response to the theme of voids, developing a
proposal of urban agriculture as a form of social space. In
the Carte Blanche video, Enida Mitro and Dritan
Mesareja paint portrait of the city that is sensitive and
loving despite its cold neo-Realist objectivity.FP
Il curatore Gjergj Bakalbashi, aiutato da Enida Mitro e
Egest Gjinali, ha colto l'occasione della Biennale per
inserise il caso di Tirana nel dibattito sulla trasformazione
della città contemporanea. Il titolo del Padiglione Albanese,
Beyond color, prende le mosse dall'opera di
rinnovamento della capitale albanese innescata dal suo
sindaco-artista, Edi Rama che ha individuato il colore quale
elemento di trasformazione dell'immagine urbana.
Cogliendo l'invito della Biennale, architetti, studenti, artisti
– rimasti in patria, emigrati o provenienti da altri paesi –
sono chiamati a comporre un mosaico di possibili
trasformazioni per il futuro della città.
La Biennale è stata, dunque, l’occasione per interrogarsi
sulle potenzialità di trasformazione di una città che nel
corso dei pochi anni seguiti all'ingresso nell'economia di
mercato ha visto crescere il numero dei propri abitanti da
poco più di 200.000 a oltre un milione.
L’analisi sul futuro possibile della capitale albanese –
passata rapidamente da un'immagine senza colore
all'esuberanza cromatica, dalla monotonia dell’edilizia
socialista alla proliferazione speculativa del “costruire a
più non posso” – parte proprio dall'iniziativa del suo
sindaco che ha inserito Tirana nel circuito artistico
contemporaneo chiamando artisti e architetti a ridefinirne
l'immagine.
Mantenendo lo stesso spirito dell’immane
opera di camouflage urbano che ha avuto il merito di
risvegliare un’energia sopita intorno al dibattito sul futuro
di Tirana, i curatori si chiedono quali possano essere, oggi,
i passi successivi non solo alla reazione seguita alla
negazione del colore degli anni passati sotto l’influenza
sovietica ma anche al Far West dei primi anni di vita
capitalista.
L'indagine che coinvolge architetti e artisti è raccolta in
una serie di video che mettono in scena il bisogno di
rinnovamento e le trasformazioni possibili attraverso una
serie di interventi puntuali che individuano lo spazio
pubblico quale risorsa per immettere nuova vita nel
tessuto urbano.
Se Helidon Gjorgji, da artista, ha lavorato sul concetto
reversibile di interno e esterno per estendere l'energia del
colore dalle facciate delle case alla vita urbana; Edgar
Sarli e Tamar Loeb, da architetti, nel video Tirana:
Filling the gaps hanno cercato una risposta al tema dei
vuoti elaborando una proposta di agricoltura urbana quale
forma di spazio sociale. Nel video Carte Blanche,
Enida Mitro e Dritan Mesareja, invece, restituiscono un
ritratto urbano sensibile e amorevole nella sua fredda
oggettività neorealista. FP
Beyond Color, Albanian Pavilion /Arsenale
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- Francesca Picchi
- 01 September 2010