La conferma che il design made in Italy e l’appeal dei Maestri sono ancora un valore aggiunto del nostro sistema creativo, ed economico, è arrivata inaspettatamente a fine febbraio, con un certo anticipo rispetto alle anteprime di prodotto del Salone del Mobile. Alessandro Mendini, e nipote, sorridono dietro a una lampada da tavolo a LED chiamata Amuleto, prodotta da una nuova azienda che ha l’occhio di Horus stilizzato come logo: Ramun. Che non si tratti di una pura operazione di design lo si capisce andando a curiosare sul sito dell’azienda (www.atelierramun.com), dove subito ci si accorge della portata dell’intervento curato dall’Atelier Mendini (e seguito in studio dalla designer Young Hee Cha), che ne ha curato grafica, immagine, comunicazione e, scopriremo, molto altro. A Mendini, infatti, il titolare nella neonata Ramun ha affidato in toto il progetto di nascita e sviluppo di questo brand, “con l’obiettivo di coniugare l’innovazione tecnologica Ramun con lo stile Mendini”, recita il comunicato ufficiale.
Si tratta, quindi, di un’operazione di osmosi tra marchio e designer o, per dirla in altre parole, di fiducia totale nelle competenze e nel carisma di una persona. Alessandro questa fiducia se l’è conquistata nel tempo. Questo fattore ha portato all’incarico di art direction totalizzante che, nonostante le dimensioni ancora piccole di Ramun, lo coinvolge persino più a fondo rispetto alle sue passate esperienze in Swatch e Alessi. “In Swatch ho lavorato a un progetto mastodontico”, racconta. “Alessi era una realtà più piccola, ma molto articolata. Dentro a entrambe quelle realtà, tante cose sono sfuggite al mio controllo, mentre con Ramun si definiscono anche i minimi dettagli. È un progetto molto piccolo, che nasce attorno a una lampada e che si espande piano piano: un progetto al quale ho lavorato in modo completo”.
Come si può facilmente immaginare, la tecnologia è il punto di forza dell’azienda. Nel caso di Amuleto, lampada simbolo dell’azienda, è impeccabile negli snodi—ingegnerizzati dopo un anno e mezzo di lavoro—che permettono alla luce di posizionarsi e rivolgersi in ogni direzione anche con il tocco delle dita di un bambino (è prevista una versione mini per giovani utenti). I LED si distribuiscono nella corona del cerchio più alto dei tre che la costituiscono: una scelta estetica, che diventa anche funzionale perché così si producono meno ombre. Anche la qualità della luce è particolarmente curata: sottoposta a test oculistici di ospedali universitari che hanno verificato l’assenza di raggi ultravioletti e infrarossi, controllando la luce diffusa e quella emessa per ottenere un design ottimale per l’occhio. “Possiedono una tecnologia all’avanguardia che noi europei ammiriamo, ma che loro mettono sempre in secondo piano, dietro al design”, continua Mendini. “Tanto è vero che è il logo Mendini Milano ad avere il posto d’onore sulla base di Amuleto, mentre quello di Ramun sta sul diffusore, quasi nascosto”.
Lo stesso mix di design e tecnologia si ritrova nel secondo progetto che verrà presentato a Milano alla Galleria Antonia Jannone: un campanello trasparente dotato di un richiamo sonoro e luminoso pensato per attirare l’attenzione del cameriere, avvisato in realtà anche dal dispositivo elettronico che mette in comunicazione il campanello con uno speciale orologio da polso. È un oggetto evoluto, utilizzabile anche dai malati negli ospedali o in casa, per mettere in collegamento i bambini con le camere dei genitori. Il terzo oggetto pronto per il Salone torna a mettere al centro la creatività italiana, questa volta quella degli maestri vetrai di Venini, chiamati a lavorare alla realizzazione della lampada Opaline, in bassissima tiratura.
Lo showroom di Seoul, progettato dall’Atelier e inaugurato lo scorso novembre, è stato il primo avamposto di Ramun. Seguirà la Cina, ad aprile, in concomitanza con l’avvio dei contatti italiani e la presentazione di un volume sul lavoro di Mendini, dove il designer diventa anche il protagonista di una striscia di vignette. Il culto del Maestro si declina anche sotto la formula semiseria del fumetto.