Esiste un fare italiano? Qual è il dna delle imprese del nostro Paese? E quali sono le nostre risorse, dopo che la crisi finanziaria globale ha messo in discussione i valori e modalità produttive del sistema internazionale? Sono quesiti impellenti, così come il rintracciare eredità culturali e imprenditoriali. E puntare su di esse per impostare una nuova modalità del fare che consenta la rinascita economica del nostro Paese.
Dal concetto di Rinascimento, o meglio di "impronta rinascimentale" nella cultura e nei "negozi", prendono spunto due volumi, Il talento dell'Impresa, a cura di Giovanni Lanzone e Francesco Morace e L'impresa del talento, a cura di Linda Gobbi, Giovanni Lanzone e Francesco Morace (entrambi Nomos Edizioni).
Uno continuazione dell'altro, a distanza di due anni, ricercano, attraverso venti eccellenze imprenditoriali italiane, caratteri e tracce di quell'epoca dell'oro in cui la fabbrica a carattere familiare sapeva riconoscere i talenti e incentivare un sapere a carattere sperimentale trasmesso attraverso il fare, l'officina creativa e la ricerca condivisa. E valorizzando le vocazioni, le esperienze e le abilità delle persone. Così come nella cultura materiale del Rinascimento era importante il riconoscimento del fabbricante, oggi chi produce deve essere nuovamente al centro, ma attraverso le regole dei nuovi modelli di sviluppo.
Siamo nella società 2.0 dove, oltre al talento, sono necessari il design, la maestria (il saper fare), e la gestione strategica della frontiera tra condivisione e competizione. La trasmissione del sapere è cruciale, così come la capacità di fare rete e partnership flessibili in modo da essere tempestivi rispetto alla frenesia del mercato. La bravura di un'azienda, infatti, si misura oggi nell'essere in costante evoluzione per superare l'inevitabile copia. Entrambi i volumi ci propongono una disamina di casi studio molto differenti, sottolineando che la piccola e media impresa non hanno un solo modello si sviluppo. È stata scelta la strada della narrazione attraverso le immagini e i racconti in prima persona degli imprenditori. Come in un video documentario, le belle fotografie di Martino Lombezzi ci parlano di un forte radicamento al territorio e alla sua storia, e del coinvolgimento e la cura delle risorse umane. Ci raccontano di territori produttivi e imprenditori che vogliono riorganizzarsi e ridefinire le proprie strategie partendo dalla propria unicità e irradiandosi a livello globale in un mercato sempre meno globalizzato.
Sono analizzate anche imprese di servizi. Shenker rende un metodo di insegnamento un semifranchising di formazione e si rinnova attraverso le tecnologia della rete. Infine Yoox Group punta sulla capacità di creare ponti non specialistici tra moda e tecnologia, design e griffe fashion attraverso un servizio che prevale sui marchi che esso stesso veicola.
Gli altri dieci casi studio del secondo volume (L'impresa del talento) allargano ancora la costellazione di esperienze. Tra queste, l'antica tipografia Barbanera, che ci indica una strada per trasformare, senza snaturare, questa antica arte. Brosway ha saputo convertire le competenze dell'iniziale attività di cinturini (Bros) in una produzione di gioielli dedicati ai giovani. Irsap dimostra come il vantaggio competitivo possa nascere dalla conoscenza e dalla ricerca nel materiale, l'acciaio.
La trasmissione del sapere è cruciale, così come la capacità di fare rete e partnership flessibili in modo da essere tempestivi rispetto alla frenesia del mercato