Si parla di architettura e di fotografia nel libro a cura di Maria Letizia Gagliardi, edito da Contrasto, e si parla di entrambe unitamente. Le due discipline, o più correttamente le due arti, anche se apparentemente indipendenti l'una dall'altra, sono strettamente legate da elementi che le alimentano entrambe come: luce, misura, atmosfera, spazio e colore. La curatrice del volume, architetto e dottore di ricerca presso la facoltà di Udine, decide di interrogare i veri e propri artisti, in questo caso i fotografi, che per primi si sono misurati con lo spazio architettonico.
Molti degli autori intervistati hanno fondato la loro intera professione su scatti di architettura e paesaggio, hanno fatto loro e inglobata, mettendola al centro dell'obiettivo, l'arte della costruzione. Le interviste sono singole, i fotografi 26 e 18 le domande, uguali per tutti, ma il dialogo che si crea è corale, è quasi un dibattito che ruota intorno al tema in oggetto. La tematica da riportare alla luce è proprio quel magico rapporto che si crea durante lo scatto d'architettura. Si scopre così, alla domanda in apparenza banale "Cos'è per te la fotografia?", che significato abbia per ogni professionista il suo lavoro. Per Gabriele Basilico la fotografia è allo stesso tempo arte mestiere e gioco, mentre per Gianni Berengo Gardin è un modo di documentare la realtà, o ancora, per Patrizia della Porta è la propria percezione del mondo. Tutte risposte diverse che con semplicità dimostrano come ogni artista viva il rapporto con lo spazio che fotografa in maniera personale.
Le interviste sono divise in tre sezioni non tanto per necessità di catalogazione, come sottolinea la curatrice, ma per dare una lettura emozionale delle interviste. Nella prima sezione "Architetture vissute" si ritrovano quei fotografi che come soggetto hanno privilegiato i luoghi o gli edifici "sporcati" dall'uomo, rovinati non solo dal tempo ma dall'usura come: Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Francesco Jodice, Lorenzo Mussi e altri. Nella seconda "Brani di architettura" M.L.Gagliardi ha raggruppato gli artisti che con i loro scatti hanno sempre cercato di raccontare una storia o di indagare oltre la realtà manifesta come: Pino Musi, Paolo Rosselli e Moreno Maggi, solo per fare alcuni nomi. E nell'ultima parte "I luoghi del vivere" rientrano i professionisti che hanno abbracciato panoramiche più urbane da Massimo Vitali a Luca Campigotto.
Quello che incuriosisce maggiormente di questo volume è scoprire l'iter di ogni singolo artista, di come sia approdato, spesso da altre specializzazioni, alla fotografia e di come in un secondo momento abbia deciso di concentrare la sua poetica sugli edifici e il paesaggio urbano. Molti da facoltà di architettura, altri seguendo le orme del genitore, altri ancora seguendo una passione giovanile si sono ritrovati tutti a interrogarsi sullo spazio, a misurare non solo le sue distanze ma le sue luci e le sue ombre e anche i tempi di sospensione che richiede uno scatto. Tutte queste visioni, tecniche e passioni emergono dalle interviste del volume. Quello che lascia un po' delusi all'inizio è che, pur trattandosi di un libro dedicato alla fotografia, non ha molte immagini, ma solo 26, una per autore e, scelte dall'autore stesso come proprio scatto più significativo. Si comprende poi che questa giusta selezione induce a riflettere maggiormente su ogni singola immagine, ad immedesimarsi per un istante dietro al cavalletto e a guardare nell'obiettivo. Si vede così lo scorcio ideale, l'architettura attraverso un solo punto di vista, la giusta misura che il fotografo ha voluto rendere allo spazio che stava vivendo.