Rileggendo oggi quelle pagine si resta meravigliati di quanto esse siano attuali, in particolare quando descrivono le dinamiche sociali che animano la città e che vedono il totale scollamento fra le istituzioni, gli intellettuali e un'ampia parte della popolazione che è ancora relegata ad una economia di sussistenza.
Abitiamo tutti gli stessi luoghi, ma su piani completamente diversi, che solo occasionalmente sembrano intersecarsi. Napoli, per certi versi, resta ancora il luogo delle potenzialità inespresse raccontatoci dalla Ortese e, per ribadire il senso delle sue parole ancora attualissimo, ogni anno Giovanna Bianco e Pino Valente torneranno sul terrazzo del museo per ridipingere di bianco le lettere in ferro che danno corpo all’opera, entrata a far parte della collezione permanente del Museo Madre, curata da Alessandro Rabottini ed Eugenio Viola.